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Edaq

Dalla parte del cervo

Edaq, ovvero Ensemble D’Autunno Quartet, che poi di fatto è in realtà un quintetto che si muove lungo il crinale che separa oppure unisce, dipende da come lo si considera, l’ovest del Piemonte con l’est della Francia, percorrendo sentieri davvero intriganti, mescolando il jazz (laddove il jazz non ha mai avuto una specifica tradizione) con la musica tradizionale storicamente radicata.
A questa commistione inusuale si uniscono influenze classiche ed un particolare uso dell’elettronica, sicuramente non facile da inserire in questo contesto, ma comunque sintomo di vedute assai ampie e decisamente orientate al futuro; già, perché Dalla parte del cervo è un lavoro che non si occupa tanto di “recuperare” sonorità passate; non si preoccupa neppure di avere un approccio ragionevolmente filologico nei confronti della tradizione, ma guarda avanti, a come elaborare quanto già scritto, oppure scrivere nuove cose, che apportino delle novità ad un passato già consolidato.
Questa commistione di stili ha in sé qualcosa di “zappiano”, ma può tranquillamente fare riferimento anche a personaggi jazzistici sicuramente borderline, John Zorn su tutti, laddove viene abbandonata la tradizionale ripetitività dei giri armonici a vantaggio di numerose escursioni musicali verso territori poco frequentati. In fondo aprire nuovi sentieri, per chi magari mastica di montagna, è sicuramente più affascinante che percorrerne di gia battuti, per quanto famosi o impegnativi.
Ne viene fuori una sorta di fusion, con venature progressive, che, malgrado i brani siano tutti strumentali, in qualche passaggio ricorda anche il periodo più folk dei Jethro Tull. Quindi l’album procede senza offrire punti di riferimento precisi, ma pescando dalla tradizione e rielaborandola attraverso un uso inconsueto di strumenti decisamente “classici”, quali ghironda, violino, viola, clarinetto, cornamusa.
Forse un approccio troppo estremo, soprattutto per i puristi del genere, sicuramente uno stimolo molto interessante per coloro che non hanno mai frequentato in modo assiduo i territori della musica cosiddetta “tradizionale”. Il fatto poi che questo sia il primo lavoro degli Edaq dimostra quanto il gruppo non abbia avuto alcun timore nel partire subito in controtendenza rispetto ad ensemble di questo genere.
Notevole anche il fatto che musicisti dalla lunga esperienza abbiano accettato di rimettersi in gioco senza la preoccupazione di dover omaggiare in modo pedissequo una consuetudine musicale centenaria: senza scardinarne i principi li hanno rimodellati, riplasmati, generando un risultato che suona davvero innovativo ed in prospettiva apre scenari interessanti ed affascinanti.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enrico Negro, Bruno Fabrizio Sorba, Stefano Risso
  • Anno: 2012
  • Durata: 67:47
  • Etichetta: Grand Mère

Elenco delle tracce

01. Bollito crudo
02. Hanter-dro du trehic/Buxus semper virens
03. Valse à bu
04. Polca del limousin/Di corse acquattata
05. Acqua scorre
06. Statebbuoni
07. Bourrèe à trois temps/Bourrèe girasole
08. Rigodon
09. Morenic hill
10. Chiacchierina/The little african sparrow
11. Valse de bardamu
12. Interplaygine/Interplay

Brani migliori

  1. Bollito crudo
  2. Acqua scorre
  3. Morenic hill

Musicisti

Francesco Busso: ghironda elettroacustica  -  Gabriele Ferrero: violino, viola, mandolino  -  Flavio Giacchero: clarinetto basso, cornamusa, registrazioni ambientali  -  Enrico Negro: chitarra acustica  -  Stefano Risso: contrabbasso, sound processing, elettronica