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Rusties

Dalla polvere e dal fuoco

I Rusties rappresentano una bella opportunità per il rock di qualità italiano. Non tanto e non solo per l’amore verso il rock a stelle e strisce, ma per quella capacità di raccontare e proporre al pubblico le storie di un mondo che amiamo con trasporto da molti, tantissimi anni. Marco Grompi, insieme ad Osvaldo Ardenghi, è da sempre l’anima di questo progetto, nato certamente come omaggio al grande Neil Young ma, che nel tempo, ha saputo crescere con lo sguardo aperto verso il mondo della canzone rock e d’autore anglofona e nordamericana in particolare.
Questo nuovo lavoro Dalla polvere e dal fuoco ben si addice a quando detto (nella foto Marco Grompi in primo piano e a fianco Osvaldo Ardenghi) e si aggiunge alla precedente produzione artistica con una qualità e una potenza sonora che si esprime in particolare dal vivo. In questo album, pur essendo autoprodotto, c’è il grande piacere di sentire suoni come si deve, con una registrazione davvero buona ed un missaggio all’altezza, capace di dare il giusto peso alla voce in primo piano e gli strumenti a fare da tappeto sonoro. Se il budget deve essere stato inevitabilmente basso, il prodotto finito è invece di alta qualità (la registrazione, quasi tutta live in presa diretta, è stata fatta in un paio di giorni all’Ortostudio, nelle colline grossetane da Filippo Gatti). E questo è già un pregio a prescindere. Ma il bello arriva con la proposta dei nove brani scelti, con i testi tradotti con moderata libertà, che sono altrettanti sguardi sulle storie artistiche di vari artisti.

Otto per l’esattezza, perché “il canadese” amato dai Rusties è presente in due brani, come Bruce Cockburn. Non dimentichiamo, infatti, che Marco Grompi (insieme a Davide Sapienza) è traduttore ufficiale dell’opera omnia di Neil Young, nonché biografo italiano, mentre con Cockburn ha condiviso - in qualità di ufficio stampa - tutto il periodo italiano di promozione per la Rykodisc.
Ma tornando a Dalla polvere e dal fuoco (qui il video di presentazione), dentro ci troverete canzoni che lasciano il segno e l’approccio strumentale è rispettoso degli artisti prescelti. Canzoni piene di suggestioni (splendido il piano in Le intenzioni di Harrison Hayes, misurato e delicato nei suoi passaggi), canzoni potenti (vedi Se solo avessi un lanciarazzi in cui il piano ricama una splendida serie di note…) ma con un afflato sempre molto soft, quasi a non volere sentirsi invadenti nei confronti di lavori altrui.
Eppure, nonostante questa sorta di atteggiamento di riverenza, la band è presente e precisa e non perde un colpo andando diritti verso l’obbiettivo di fare sognare, di fare pensare, di fare cantare, di fare divertire ma, soprattutto, assolve al compito di far conoscere alla stragrande maggioranza degli ascoltatori la traduzione di brani storici di cui non ci si era mai accorti della forza evocativa contenuta nel testo. Ma il ‘divertimento’ più grande sta, forse, proprio immergendosi nelle note di un’immortale song qual è Powderfinger, che è stata trasformata in Dalla polvere al fuoco, la cui melodia è sempre un pugno nello stomaco che non ti fa stare fermo. Bello il coro, l’organo ed i passaggi della chitarra elettrica. Dalla dolcezza quasi arcadiana di Dentro la gabbia il passo per arrivare ad Aria solida è davvero breve. Le atmosfere sussurrate fanno quasi riferimento ad una sorta di jazz delicato e lieve che cerca di scavare dentro l’animo dell’ascoltatore. Bella versione che avrebbe fatto contento il grande John Martyn, autore dell’originale Solid air. Un brano come La signora volge invece lo sguardo al passato remoto, quando molti dei lettori avevano ancora i calzoni corti e, tornando nel 1968, incontra la creazione younghiana di The old laughing lady. Un album crepuscolare questo Dalla polvere al fuoco, giocato su suoni limpidi ma tenuti volutamente quasi a freno per poter donare, prima che la potenza delle canzoni, il senso ultimo del pathos presente in ogni brano. Non è mai facile la rilettura, in italiano, dei brani degli artisti migliori, quelli dai quali non dovrebbe essere difficile trarre il meglio grazie al lavoro di copia ed incolla. Ma in questo caso la colla si chiama amore e dedizione per la musica e, così, la prospettiva cambia radicalmente… 


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marco Grompi & Rusties
  • Anno: 2014
  • Durata: 43:50
  • Etichetta: Autoprodotto / IRD

Elenco delle tracce

01. Ombre all’orizzonte (Ghosts along the border)

02. Canzone logica (The logical song)

03. Le intenzioni di Harrison Hayes (The trials of Harrison Hayes)

04. Se solo avessi un lanciarazzi (I had a rocket launcher)

05. Dalla polvere al fuoco (Powderfinger)

06. Dentro la gabbia (Pacing the cage)

07. Aria solida (Solid air)

08. La signora (The old laughing lady

09. Tienimi con te (Keep me in your heart)

Brani migliori

  1. The logical song
  2. Powderfinger
  3. Aria solida

Musicisti

Marco Grompi: voce, chitarra acustica ed elettrica, armonica - Osvaldo Ardenghi: chitarra elettrica, voci - Massimo Piccinelli: tastiere, cori - Fulvio Monieri: basso, cori - Filippo Aquaviva: batteria, percussioni, cori - Jada Salem: violino