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R&Fusion

Dalla terra dei fuochi

Leggo da Wikipedia: «la terra dei fuochi è una vasta area della provincia di Napoli compresa tra i comuni di Qualiano, Villaricca e Giugliano caratterizzata dallo sversamento illegale di rifiuti, anche tossici, da parte della Camorra. In molti casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui fumi diffondono sostanze tossiche, tra cui diossina, nell'atmosfera e nelle terre circostanti. Il fenomeno è in crescita, ed interessa attualmente anche la provincia di Caserta ed altre aree della Campania e del Sud Italia».
Mai come ora ci siamo trovati di fronte ad un progetto figlio della propria terra, una terra che più di altre sa essere madre e matrigna, una terra che mai come ora ha sentito il bisogno di riguadagnare dignità e  bellezza. Questi sono i presupposti di R&fusion e non a caso Dalla terra dei fuochi è il titolo del disco d'esordio denso e leggero, tra denuncia e incanto, tra speranza e disillusione. Il quintetto campano confeziona un progetto tra Ricerca e Fusione negli stili e nelle arti senza rinunciare alle radici. Fusion, ma anche refusion che in napoletano può suonare come 'arrefondere' e quindi perdere.
L'ensemble, pur formatosi al conservatorio di S. Pietro a Majella, non si istituzionalizza, ma mescola pop, rap e jazz, Bach, qualche sfumatura world, cantato in napoletano e testi intriganti grazie a basso grado di retorica. Ampi spazi strumentali sono la cornice di una Campania poco felix che non smette di essere magmatica e lo fa con gusto e sensibilità come in Aveto e forte - alto e forte - che se dall'incipit ci invita a scappare (il fujtevenne di Eduardo De Filippo) si conclude con una esplosione di amore verso la terra e la gente che ancora ci vive. Colpisce 150 anni, una mescla tra funky, rap con una citazione dell'Aria sulla IV corda di Bach, sul caro prezzo pagato dal meridione in occasione dell'unità d'Italia. Di contro i brani più legati alla tradizione campana sono la delicata Cantame e la struggente Ninno.
Nove brani che manifestano sensibilità, inventiva e un forte bisogno di raccontare, tutti ingredienti che fanno di questo disco un buon esordio, ma quest'urgenza nel prossimo disco deve essere meditata e messa a fuoco – cosa che del resto vale anche per la grafica del cd.
 

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 34:09
  • Etichetta: Magmamà-FullHeads

Elenco delle tracce

01. Aveto e forte
02. Cantame
03. Come sembri
04. 150 anni
05. Assai stupida
06. Dawi
07. Ninno
08. Ego
09. Sofia dorme già
 

Brani migliori

  1. Aveto e forte
  2. Cantame
  3. Ninno

Musicisti

Emanuele Ammendola: contrabbasso, voce Marco Fiorenzano: pianoforte Paolo Pironti: sax alto e soprano Luca Di Sieno: oboe, percussioni, chitarra, voce Pietro De Luca Bossa: batteria, voce Eduardo Ammendola: videoproiezioni e sortite teatrali