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Calibro 35

Decade

Primavera umida. Citta grande e non una metropolitana; ai primi margini del centro, ampio viale, file d’alberi a cornice separano le auto dai ciclisti e dai pedoni, una leggera salita su una svolta verso destra , è sera tarda… non ancora notte. La  notte, quella vera e cattiva, si sta ancora stropicciando dal torpore del giorno appena finito e muove i suoi primi passi tra le ultime auto che naufragano verso casa. Lei, completo in pelle vicino alla sua moto “naked” grintosa ed essenziale, lineamenti nordeuropei; lui, scuro dinoccolato con un borsone/sacca a tracolla, marcatamente mediterraneo. Sono insieme ma non sono una coppia, si baciano ma non sono amanti lussuriosi o volgari, cercano l’una nell’altro l’abbandono, la fuga. Lui la attira a sè dai fianchi, lei gli carezza dolcemente il capo. Le luci delle macchine che passano proiettano la loro ombra su un muro vicino; un murales inneggia la rivolta contro il potente di turno, poi un colpo di clacson dalla strada. Fine della magia, del momento perfetto: il quadro si infrange ma nessuna tristezza da addio sui binari di una stazione dei treni, solo una risata leggera e complice, uno sguardo d’intesa che sembra voler dire “fuggiremo un'altra volta”. Lei accende la moto, sale e parte nel traffico. Lui dietro, alza il braccio e ferma un taxi di passaggio. Due angeli incarnati ritornano ai loro doveri celesti. Travelers. “Eeeh Stop, stampare, buona la prima”.

E’ così semplice sceneggiare uno qualunque dei nuovi brani dei Calibro 35 che si capisce nella maniera più elementare il perché del continuo e ribadito successo della band lombarda. Da dieci anni a questa parte (da cui il titolo dell’album Decade) sono la colonna sonora, non  più solo dei polizieschi anni 70 con cui arrivarono alla ribalta, ma di un cinema totale e talmente immaginifico che probabilmente deve ancora essere realizzato, filmato o semplicemente pensato. Perché anche i suoni più lontani, irreali e sperimentali che vengono gettati sul tavolo si legano tra loro con un precisissimo equilibrio e le immagini musicali che ne escono, pur apparendo sono invece estremamente concrete. Puro jazz per la libertà con cui si lasciano trasportare e puro funk per la forza con cui ti trainano. Il successo internazionale di critica e pubblico che ne deriva è pienamente giustificato.



E così con il camerino dei travestimenti a completa disposizione ci si può immedesimare  in tutti i personaggi che possiamo immaginare o che ci vengono alla mente durante l’ascolto: da psicotici toreadores a polizziotti stile Nathan Wind (as Chocese). Da cacciatori di taglie a robot con un cuore umano,  immersi in paesaggi tra James Bond e Alfred Hitckcock si entra in catene di montaggio sonoro in cui il ritmo è scandito da architetti schizofrenici quanto a volte  minimalisti, che possono d’impatto scaraventarti al centro di un’orchestra nel ruolo di direttore o in Monica Vitti a passeggio per Roma sognando di potersi finalmente liberare delle proprie angosce.

Un caleidoscopio di suoni, sensazioni e immagini vicini ad uno stile descrittivo di età ottocentesco/romantica il cui fulcro è il riferimento ad un'idea extramusicale come fonte d'ispirazione o trave portante di una composizione, senza che venga interamente risolta e affrontata sul piano formale ma che punti a generare sensazioni o meglio emozioni universali, filtrate dalle sensibilità e dalla storia dei singoli ascoltatori; a rincaro di tutto questo il forte impatto della sezione orchestrale “Esecutori di Metallo su Carta “ che rendono gli arrangiamenti ancora più completi, variegati ed onirici.

I Calibro 35, dopo dieci anni di lavori, lasciandosi singolarmente liberi di preservare i propri spazi al di fuori del progetto, riescono a rievocare e a rinnovare  quella magnificente alchimia in ogni nuovo lavoro, sia esso un album di studio o un progetto parallelo per radio, televisione o cinema perché sicuramente il rischio di chiudersi in una gabbia dorata sempre uguale a se stessa è molto alto, specialmente per un prodotto che si vende da solo. Il loro percorso speriamo sia ancora lungo e avvincente e che ci possa offrire in futuro ancora nuove strade e nuove sceneggiature in cui perdersi.    


 

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In dettaglio

  • Anno: 2018
  • Etichetta: Record Kicks RKX068

Elenco delle tracce

01. Psycheground
02. SuperStudio
03. Faster Faster!
04. Pragma
05. Modulor
06. ArchiZoom
07. Ambienti
08. Agogica
09. Polymeri
10. Modo
11. Travelers

Brani migliori

  1. Superstudio
  2. Ambienti
  3. Archizoom

Musicisti

Massimo Martellotta: chitarre lapsteel  -  Enrico Gabrielli: organi, pianoforte e fiati  -  Fabio Rondanini: batteria e percusssioni   -  Luca Cavina: basso elettrico  -  Tommaso Colliva: suoni e ricerche , synths