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I Luf

Delaltèr – Verso un altro altrove

I Luf questa volta raddoppiano e, per raccontare a loro modo, il viaggio che li vede protagonisti, registrano un concept album e gli affiancano un “companion cd” completamente acustico, in cui riprendono e ripropongono i brani in una versione più spoglia ed essenziale. La band, nata in Val Camonica da un’idea di Dario Canossi, ha mosso i primi passi raccontando quelle terre, quelle tradizioni, le storie narrate in quelle valli, ma il “branco”, la band, adesso ha bisogno di avere più spazio, una necessità quasi fisica di uscire dai confini dei propri territori e di intraprendere un viaggio che li porti più lontano.

Delaltèr rappresenta dunque una sorta di nuovo corso, l’evoluzione di quel rapporto già stretto fra musica popolare, folk, e musica rock, uno sviluppo ulteriore in cui la narrazione, l’impegno sociale, l’impatto sonoro allargano significativamente i loro orizzonti. Ed allora si viaggia, si viaggia davvero, ed in un certo senso anche fisicamente perché l’approccio musicale dei Luf è un approccio musicale “fisico”: coinvolge tutti i sensi e di conseguenza l’ascoltatore non è mai un soggetto passivo ma entra, quasi senza rendersene conto, a fare parte del brano proprio perché i brani di questo album, per esistere, hanno bisogno di avere delle controparti attive. Si viaggia, dicevamo, “verso un altro altrove”, e le tradizioni popolari fuoriescono prepotentemente dalle tracce: la musica popolare dei paesi, delle contrade, delle “aie”, quando ancora questa forma d’arte ma soprattutto di aggregazione non era divenuta una sorta di parodia di sé stessa e manteneva quella spontaneità e quella genuinità che, davvero, apparivano come un patrimonio comune alla gente delle nostre contrade.

Ed ancora, quasi per simbiosi, il folk irlandese, quello scozzese, la musica klezmer e quella balcanica, riferimenti evidenti il cui richiamo è pressochè spontaneo per strumentazione, attitudine, ritmi e melodie, ma soprattutto per quell’elemento unificante che è, indubitabilmente, il ballo, altro elemento “fisico” che connota in modo imprescindibile questo modo di vivere la musica. I riferimenti nostrani sono abbastanza evidenti: dai Modena City Ramblers per l’impegno “politico” e sociale, a Davide Van De Sfroos per l’attitudine a raccontare storie, “roba minima” verrebbe da dire, parafrasando Enzo Jannacci; il fatto è che i Luf sono, per così dire, quasi “coetanei” di questi altri esponenti del folk/rock italiano, essendo nati tutti, anno più anno meno, negli anni ’90, decennio in cui la musica folk ha ricominciato a mostrarsi in modo evidente dopo diversi anni in cui era rimasta relegata, per circostanze o per scelta, ad un ruolo di nicchia, per lo meno nelle sue manifestazioni più filologicamente rigorose.

Non più quindi una sorta di elemento da tirare fuori giusto in occasione di qualche festa di paese, quasi a ricordare i “bei tempi andati”, ma stile ed attitudine consolidati e capaci di sviluppare un percorso continuo ed in grado di guardare lontano. I Luf, da viaggiatori incalliti quali sono, devono necessariamente guardare lontano, porsi altri e più lontani obiettivi, individuare altre mete, il tutto mantenendo sempre le radici saldamente aggrappate alla loro terra.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Sergio Pontoriero, Luf, Simone Pirovano, Lorenzo Cazzaniga, Andrea Leonardi
  • Anno: 2016
  • Durata: 45:09
  • Etichetta: PerSpartitoPreso/Self

Elenco delle tracce

CD1
01. Verso un altro altrove (folk version)
02. Lampecrucis
03. Ave Maria migrante
04. Delaltèr
05. Questa macchina
06. Don Vecare
07. Stelle
08. Signora dai lunghi pensieri
09. Camminando e cantando
10. La luna le ‘na randa mata
11. Verso un altro altrove (rock version)
12. Bare a vela

CD2
01. O pescator che peschi
02. Verso un altro altrove
03. Lampecrucis
04. Ave Maria migrante
05. Stelle
06. Questa macchina
07. Stella clandestina
08. Camminando e cantando
09. Delalter
10. Bare a vela

 

Brani migliori

  1. Verso un altro altrove (folk version)
  2. Don Vecare
  3. La luna le ‘na randa mata

Musicisti

Dario Canossi: chitarra, voce  -  Sergio “Jeio” Pontoriero: banjo, mandolino, Dobro, basso, chitarra, percussioni, voce  -  Sammy Radaelli: batteria  -  Alberto Freddi: violino, voce  -  Cesare Comito: chitarra acustica, voce  -  Alessandro Rigamonti: basso  -  Lorenzo Marra: fisarmonica, voce  -  Pier Zuin: highland bagpipe, gralla dulce in sol, flauto traverso irlandese in re, tin whistle, bodhran  -  Alessandro Sipolo: voce  -  Fabio Biale: violino  -  Davide Facchini: chitarre  -  Andrea Verga: mandolino, banjo  -  Ranieri “Ragno” Fumagalli: fiati