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Sacri Cuori

Delone

"È proprio vero che adesso va di moda nuovamente questo sound all'italiana, la musica italiana" dice l'intro della canzone La marabina. E basterebbe questa frase sorniona, scandita quasi con ironia, dalla languida pronuncia di Carla Lippis, per raccontare un disco strepitoso come Delone. Un lavoro in cui le radici della nostra musica popolare, dalla canzonetta al liscio, passando per il bitt e per le colonne sonore di Ennio Morricone e Nino Rota, vengono portate in superficie e innaffiate abbondantemente di country-rock, neopsichedelia, tex-mex in stile Calexico e Giant Sand: non a caso il leader Howe Gelb è ospite del disco, insieme a gente come Marc Ribot e Steve Shelley dei Sonic Youth, giusto per capire da che parti stiamo. 

E da che parti stiamo? Dalle parti di un disco che porta probabilmente a compimento un lavoro sulla musica d'atmosfera e sui "temi da film immaginario", per parafrasare Jack Bruce, già cominciato anni fa da gente come RoninCalibro 35Guano Padano e dagli stessi Sacri Cuori. Che in questo album fanno però uno scarto ulteriore, abbracciando un'idea più ampia e meno revivalistica degli anni Cinquanta e Sessanta italiani, che tornano a splendere di luce nuova e di un sound che mai come in questo disco appare italiano e straniero al tempo stesso. 

D'altronde l'idea di Antonio Gramentieri e compagni era sin dall'inizio quella di raccontare la nostra musica da una prospettiva "altra", che sia ad esempio filtrata attraverso l'ottica delle pellicole spaghetti western che tanto successo avevano riscosso oltreoceano o degli oscuri quarantacinque giri su cui l'australiana Carla Lippis (qui in una foto di repertorio), che non è azzardato accostare a Mina e a quel tipo di vocalità ormai perduta, ha imparato a cantare. Quello con la Lippis è stato uno degli incontri cruciali che hanno portato a dare a questo disco la sua eccezionalità. La quale a sua volta si rispecchia nelle canzoni: la magnifica title-track, su tutte, ma anche La marabina, pezzo da juke-box che fa tanto balli in spiaggia ne ‘Il sorpasso’, o le malinconiche e struggenti Una danza e Dancing (On the other side of town). O i pezzi più orchestrali, levigati al millimetro per strumentazione (amplissima, nonostante Gramentieri sia uno dei pochi chitarristi elettrici in grado di tenere il passo di un'intera band) e produzione: come Cagliostro Blues, una goduria tra dixieland e rock-blues, Billy Strange, col suo organetto maliardo e uno splendido gioco di arpeggi, o ancora Portami via, il tempo dell'abbandono scandito da violino, vibrafono e fisarmonica. C'è poco da girarci intorno, Delone è un disco in cui è meraviglioso perdersi e poi ritrovarsi, ritrovare i noi stessi di tanti anni fa e scoprire che in fondo non è cambiato molto, tutte le qualità migliori sono sempre lì. A condizione di guardarle con altri occhi. 

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In dettaglio

  • Anno: 2015
  • Etichetta: Glitterbeat

Elenco delle tracce

01. Bendigo
02. Una danza
03. La marabina
04. Snake charmer
05. Delone
06. Billy Strange
07. Portami via
08. Seuls ensemble
09. Madalena
10. Dancing (on the other side of town)
11. Cagliostro blues
12. Serge
13. El comisario
14. Dirsi addio a Roma

Brani migliori

  1. Delone
  2. Una danza
  3. La marabina

Musicisti

Antonio Gramentieri: chitarre elettriche, piano, samples, chitarre acustiche, lapsteel, melodica, bass VI, Casio SK1, slide guitar, Casio SK8, chitarra classica, voce, cori  -  Francesco Giampaoli: basso, contrabbasso, vibrafono, bass synth, arrangiamento orchestrale in Una Danza, percussioni, Pianet T, organo Elka, Moog, chitarra acustica, cori, chitarra classica, voce, piatto, glockenspiel  - Diego Sapignoli: batteria, percussioni, darbouka, bongos, tabla, crotali, rullante, tamburo siciliano, caxixis, maraca, cembalo, seed shaker, rullante, campane, guiro, molle,xylophone, voce, timpano, piatto, conga, shaker, clave  -  Francesco Valtieri: sax baritono, toy piano, fischio, cori  -  Denis Valentini: percussioni, cembalo, voci, shaker, conga, cori, fischio, claps, bamboo, bongos, cowbell, timbales  -  Christian Ravaglioli: organo Hammond, organo Galanti, clarinetto basso, sax contralto, celesta, mellotron, Fender rhodes, Farfisa synthorchestra, corno inglese  -  Enrico Mao Bocchini: batteria, organo, charleston, organo Farfisa, bongos  -  Carla Lippis: voce  -  Enrico Farnedi: tromba  -  Francesco Bucci: trombone  -  Franco Naddei: Synth, Elka Stringmachine  - Marco Bovi: chitarra elettrica, chitarra classica, banjo  -  Eloisa Atti: voci, arrangiamenti vocali, violino  -  Riccardo Lolli: voci, piano  -  Howe Gelb: voce, chitarra elettrica  -  Steve Shelley: batteria  -  Marc Ribot: chitarra elettrica  -  Evan Lurie: piano  -  Tim Trevor Briscoe: clarinetto  -  Adam Gladyszek: voce  -  Caterina Arniani: voce  -  Michelangelo Russo: elettronica  -  Nicola Peruch: organo Hammond, synth, piano  -  Elena Majoni: violino  -  Emmanuelle Sigal: voce  -  Giulia Torelli: cori  -  Andrea Scardovi: loop, cori  -  Sonido Gallo Negro, Enrique Casasola: timbales, guiro  -  Gabriel Lopez: organo, synth, cuatro, samples  -  Sara Ardizzoni, Silvia Raimondi, Andrea Pedna, Jeff: cori  -  Hugo Race: chitarra elettrica  -  Sabina Laghi: voce