Stefano Clemente
Nove tracce, tre brani originali, sei cover decisamente “importanti”: non lascia spazio a dubbi l’approccio con cui il chitarrista Stefano Clemente ha affrontato la realizzazione del suo fisco d’esordio; interessante, semmai, è il fatto che i sei brani “pescati” dal repertorio degli standard jazzistici più conosciuti siano stati eseguiti in trio, con la chitarra impegnata nel complesso incarico di reggere, da sola, l’apparato melodico, mentre nelle sue tre composizioni il giovane musicista si sia avvalso del sax di Renato D’Aiello, concedendosi qualche libertà maggiore, pur restando fedele ad una linea assolutamente tradizionale.
E nel solco della tradizione si muovono gli elementi della sezione ritmica, ovvero la batteria vivace e dinamica di Fabio Delle Foglie alla quale si affianca il contrabbasso misurato e sempre molto preciso di Dario Di Lecce.
Ogni strumento, all’interno di Desiderata, ha spazio e modo di esprimersi compiutamente: la chitarra lascia spazio al sax quando questo entra in gioco, l’uso dei piatti ed un contrabbasso sempre molto parsimonioso di note conferiscono alle esecuzioni una certa profondità sonora; i brani si giocano tutti su un delicato e sottile equilibrio di suoni, da cui risulta una grande fluidità dei brani.
La title track, ma anche BBBlues e Sphere, ovvero le tracce realizzate da Clemente, si appropriano delle caratteristiche degli standard proposti nell’album, e ne ricalcano la struttura e l’andamento.
Debuttare, oggi, in una scena jazzistica che, per fortuna verrebbe da dire, pare godere di buona (se non ottima) salute non è affatto operazione semplice, soprattutto perché molti musicisti si stanno avvicinando a questo genere musicale e quindi gli spazi, necessariamente, rischiano di restringersi: nell’ambito dei chitarristi, poi, l’attrattività del jazz pare essere davvero in un periodo di grazia, e quindi l’importanza del tocco, della personalità, dello stile con cui ognuno di essi si propone diventa assolutamente fondamentale.
Gli arrangiamenti di questo debut album sono orientati verso un estremo rispetto nei confronti delle versioni originali, per cui si è preferito evitare “interpretazioni” troppo estreme, per non dire eccessive, considerando il materiale che si andava a trattare; la tradizione della sei corde italiana, di cui Franco Cerri è, a tutt’oggi, maestro, richiede e merita tutto il rispetto dovuto e Stefano Clemente si inserisce sicuramente nel solco di questa tradizione, con le sue note morbide, centellinate e mai sovrabbondanti.
Avrà sicuramente modo e tempo per sviluppare, ulteriormente, il proprio stile, magari caratterizzandolo in modo ancor più definito e personale, ma lo potrà fare partendo da una base certamente solida e consistente.
01. How deep is the ocean
02. Stella by starlight
03. Desiderata
04. All or nothing at all
05. BBBlues
06. Soul eyes
07. Sphere
08. Speak no evil
09. My romance
Stefano Clemente: guitar Renato D’Aiello: saxophone Dario Di Lecce: doublebass Fabio Delle Foglie: drums