ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Luca Morino

DeWest

L’estate con fatica si sta facendo largo nel nostro calendario e io preparo un kit di musica e pagine e immagini per affrontare i mesi che arrivano e che mi vedranno in giro a raccontare storie e a cercarne di nuove, concedendomi lunghe pause nella mia casa perduta e introvabile nei boschi. L’ho sognato per una vita di stare lì a scrivere e a inventare e a far l’amore e a mangiare cose la sera cuocendole direttamente sul fuoco, riuscendo a vivere delle mie pagine e delle mie parole e da qualche anno ce l’ho fatta. Torno alla civiltà solo per fare il carico di storie e canzoni di altri e faccio una selezione strettissima, che la casa è già invasa di libri e dischi e fumetti e dischi e coltelli buoni per dividere il pane. Quest’anno direi che mi va di lusso, il nuovo disco di Luca Morino, quello dei Loschi Dezi e dei Mau Mau oltre che di sé medesimo, è già nello zaino e sto aspettando per partire che esca “Sierrita Mountains”, il Tex speciale, il cosiddetto Texone, disegnato da Giuseppe Palumbo. Poi sparisco nel bosco sul serio.


DeWest, questo è il titolo dell’ultima fatica selvaggia di Morino, è un disco formidabile, potentissimo, forse la cosa migliore prodotta in Italia che io abbia ascoltato quest’anno insieme al disco di Gualtiero Bertelli che ho avuto modo di sentire in anteprima e di cui pure un giorno racconteremo. Ecco, l’accoppiata tra il disco di Morino e il Texone di Palumbo sarà perfettissima. Sarà bellissimo ascoltare DeWest e sfogliare quelle tavole minuziose e potentemente evocatrici dell’idea di avventura che ci portiamo dentro. Roba che s’è formata per stratificazioni, partendo dalle suggestioni di Salgari e London, passando dal cinema e arrivando alle canzoni e ai fumetti e alla nostra personale attitudine a ficcarci nei guai esplorando e scoprendo la giungla urbana e quell’altra nel fitto degli alberi e del mistero. Perché questo disco suona come una colonna sonora cucita con mano sartoriale sulla nostra vita, sui passi e sul tempo sospeso. Una vibrazione western che si incrocia con l’aspra misura della terra dell’Alta Langa, che diventa il West che abbiamo subito dietro l’angolo. E dovunque si viva una terra di frontiera c’è sempre, bisogna solo saperla trovare, e in questo DeWest è un disco universale, che parla una lingua meticcia proprio come quella che da sempre racconta nelle canzoni di Luca Morino. Una lingua fatta per scambiare, per coinvolgere, per scoprire. Ma la suggestione filmica delle prime note non ci deve trarre in inganno, questo disco è incredibilmente complesso ed è un mosaico di suoni elettronici, folk, colonne sonore dell’età d’oro del cinema italiano, con Morricone, Piccioni e Rota in testa e una santeria d’invenzione che mischia tutti i mondi possibili. Sempre cercando ai margini, tra gli ultimi che tirano il respiro faticoso e sospettano che saranno gli ultimi per sempre a dispetto di qualsiasi dio. E nei testi che scorrono tra queste note, cariche di tensione emotiva mai interrotta da un brano all’altro, passano quelle idee fisse di una vita che parlano di libertà e di terra da salvare e da accudire e del delirio della guerra. Sempre guardando il mondo dall’Ovest di qualcosa che non è un rifugio ma è piuttosto la fortezza Bastiani che costruiamo nella nostra anima a guardia dei Tartari che sospettiamo oltre la linea d’orizzonte.

In questo disco suona un sacco di gente, musicisti di razza, vecchi animali da palco con la pelle solcata come un vinile consunto e giovani e figli e occhi nuovi. Una Macondo sonora che vive a Ovest di ogni posto e che merita raggiungere, qualunque sia il vostro viaggio. Non credo di aver mai detto grazie per un disco, ma è arrivato anche quel tempo lì. Seguiamo Mina nella scia. E occhio ai Visi pallidi. Grazie Luca.

 

 

 

 

 

 

 

 

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Luca Morino  
  • Anno: 2024
  • Durata: 36:08
  • Etichetta: Vox Creola

Elenco delle tracce

01. Mina nella scia
02. Vagar
03. Selvatico
04. Tiritera
05. DeWest
06. Cieli rossi
07. Terralta
08. Visi pallidi
09. Dancing Paradiso
10. Titoli di coda 

Brani migliori

  1. Mina nella scia
  2. Selvatico
  3. Visi pallidi

Musicisti

Luca Morino: voce, chitarre, basso, organo Farfisa, armonica, melodica - Cristian Longhitano: batteria, percussioni, cori - Paolo Angelo Parpaglione: sax, flauto - Gianluca Senatore: basso - Fabrizio Viscardi: chitarre elettriche, cori - Giorgio Boffa: contrabbasso - Stefano Colosimo: tromba e fischio - Giancarlo Biolatti: extra drums - Marco Barberis: percussioni, cori - Luca Blasetti: extra sounds - Elisa Belella: cori - Bienvenu Nsogan: voce, djembé - Lucrezia Scarsi: violino, cori - Enrico Messina: tastiere - Zeno Morino: flauto - Vito Miccolis: presentatore - Coro dell’Arena Boglione: Martina Raimondo, Wally Busso, Luisa Grosso, Patrizia Agosto - Coro delle Masche: Loredana Lanciano, Olga Scarsi, Marzia Migliora, Gaia Russo Frattasi, Daniela Calò