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Ricky Gianco

Di santa ragione

Soltanto un personaggio come Ricky Gianco avrebbe potuto invitarci per presentare il proprio nuovo album ad un noto ristorante di cucina cingalese di Milano, chiedendoci di fagli domande e offrendosi alla conferenza stampa mentre mescola le salse speziate dell’antipasto e si fa distarre dagli involtini vegetariani intervallati tra una pietanza e l’altra. C’è poco da fare, Ricky è sempre lo stesso dei tempi di Mangia insieme a noi, uomo vero e gioviale che ti ospita alla sua tavola, prima che artista a tutto tondo. Ed è questo che si evince anche dall’ultima fatica, Di santa ragione, un’occasione per festeggiare i “primi” cinquant’anni di carriera di Gianco, visti però non con gli occhi dell’autocelebrazione musicale, quanto attraverso il filtro di un percorso emozionale e corale. Il racconto infatti si snoda non solo tra le nuove interpretazioni di rinomati classici (dall’evergreen Pugni Chiusi alla splendida Il vento dell’est, senza tralasciare Nel ristorante di Alice), e tre preziosi inediti (di cui lodevole è senza dubbio la favola ecologista Povero Willy), ma soprattutto lungo una serie di cover dei grandi autori e colleghi con cui il quindicenne Riccardo Sanna iniziò e poi sviluppò una grande simbiosi affettiva. Ci sono tutti i grandi amici che incoraggiarono ed ispirarono l’allora acerbo artista, ognuno ricordato con un ricordo mai banale:  da Via Broletto 34 di Endrigo («comunista ortodosso…e anche uno che non si tirava indietro, se c’era da far casino»), passando per Quando di Tenco (di cui Gianco amava in particolare la grande passione per Nat King Cole), l’intramontabile Sassi di Paoli, vero iniziatore lirico del nostro, per concludere con due personaggi straordinari, figli di uno stesso universo seppur diversi, Piero Ciampi e Fabrizio De André. Il primo omaggiato con Io e te, Maria, una delle pochissime storie d’amore dello chansonnier livornese a trionfare in un inaspettato lieto fine, e il secondo con Geordie, con una motivazione ben precisa: «è per una forma di rispetto che non ho voluto cantare una delle sue classiche canzoni, straordinarie, ma troppo personali, troppo sue per essere reinterpretate. Così ho scelto un brano che è un po’ di tutti, un suo regalo…». Gianco non si accorge di aver lui stesso rinnovato quel dono confezionandolo insieme ad altri tredici tracce scaldate a stufa e colorate ad olio, che profumano di romanzo intimo e antico nella loro inedita veste acustica (dominata dal piano di uno straordinario direttore musicale come l’amico Patrizio Fariselli e da musicisti di calibro come Paolino Dalla Porta al contrabbasso, Bebo Ferra alla chitarra, e dalle imprevedibili percussioni esotiche di  Federico Sanesi). Così deve esser assorbita e compresa la chiave di volta dell’intero disco, come un generoso ritratto: orgogliosamente presentato, di santa ragione apprezzato.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Patrizio Fariselli e Ricky Gianco
  • Anno: 2009
  • Durata: 45:23
  • Etichetta: Edel

Elenco delle tracce

01. Né sconti né saldi

02. Un cucchiaino di zucchero nel tè

03. Via Broletto 34

04. Co.Co.Pro.

05. Io e te, Maria

06. Pugni chiusi

07. Povero Willy

08. Antipatico

09. Quando

10. Geordie

11. Nel ristorante di Alice

12. Sassi

13. Il vento dell’est

14. Il vento dell’est (versione cibernetica)

Brani migliori

  1. Un cucchiaino di zucchero nel tè
  2. Pugni chiusi
  3. Povero Willy

Musicisti

Ricky Gianco: voce, chitarra Patrizio Fariselli: piano, “mucca giocattolo” Paolino Dalla Porta: contrabbasso Fausto Beccalossi: fisarmonica Bebo Ferra: chitarra Maurizio Camardi: sax soprano-baritono-tenore e duduk Federico Sanesi: tablas/ghatam / riq / zard / daf / water drum / calabas / wash-board Federico Dragogna: chitarra Simone Rossetti “Bizzarro”: violino Davide Santi: violino Fabio Cappella: viola Alexander Zyumbrovskiy: violoncello Mirko Landoni: corno francese