La world music viene spesso tirata in ballo un po’
pretestuosamente, ed il termine, molto di moda negli anni novanta, è stato
assai frainteso. Ma il cd di
Antonella
Maisto,
Di terra, è purissima musica
world, nel senso più sublime del termine. Undici brani caldi, intensi,
coinvolgenti, ottimamente suonati, arrangiati e cantati perfettamente. Un
piccolo miracolo di equilibrio, senza sacrificare palpiti o sperimentazioni
anche ardite. C’è l’Africa, il Portogallo, il Mediterraneo, e dunque Napoli,
evocata nel linguaggio e nei colori. C’è soprattutto un messaggio sincero nel
proporre con gusto e misura brani inediti, spesso firmati dalla stessa Maisto, in
collaborazione con il chitarrista
Gennaro
Romano. Ed è un piacere ascoltare, in questo cd, strumenti come il corno,
la tuba, il flauto bansuri e persino le launeddas, ad aggiungere echi sardi ad
un lavoro che non ha davvero confini. Un album di esordio, che dell’esordio ha
solo i pregi (la freschezza ad esempio) e non i difetti (l’ingenuità di voler
dire “troppo”). Del resto Antonella Maisto ha una considerevole esperienza di
palco, ed è lì che esprime il meglio di sé stessa. Sirena incantatrice ma anche
sanguigna popolana, la cantautrice partenopea incarna un ideale femminino
puramente mediterraneo, malgrado la chioma rossa ed un aspetto vagamente
vichingo. Da segnalare anche il bel libretto di accompagnamento al cd, una
carrellata di foto e testi molto eleganti e curati. Perché anche l’occhio, e
non solo l’orecchio, vuole la sua parte.
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