Fabio
Mercùri è un chitarrista salentino che ha al suo arco frecce interessanti
e questo suo primo lavoro raccoglie i frutti di una carriera breve ma intensa
dal punto di vista degli stimoli musicali e lirici, tutti introdotti nelle
canzoni che compongono
Di tutto quello
che c’è. Un brano come
Altitudini raduna infatti molteplici suggestioni,
frutto di poliedrici ed inevitabili ascolti da parte del titolare e convogliati
in una struttura molto radiofonica ma non ruffiana. Gli altri brani però non
fanno da tappezzeria e sono invece omogenei con la cifra musicale di Mercùri.
Molta melodia, arie aperte e circondate da suoni quasi nascosti ma insinuanti,
come avviene con la chitarra e l’organo presenti in
Canzone di Aprile; oppure atmosfere asciutte, cesellate da spruzzi
di archi, che ricordano atmosfere dei primi anni settanta, come avviene in
Un uomo distratto.
Navigatori smarriti, pur essendo l’ultima canzone presente
sull’album, è forse la migliore chiave di lettura di tutte le altre tracce, col
suo suono morbido, lieve, da ottimo scrittore pop. Possiamo considerare Mercùri
come un talento in nuce che, nel tempo e se ben supportato, potrà esprimere in
maniera ancor più definita e determinata il suo aplomb artistico. Per ora,
godiamoci questa sua opera prima.
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