L’ultimo lavoro di Maria Pia de Vito conferma la sua natura di artista di respiro  internazionale con le radici ben piantate a Mergellina. Frutto della proficua e intensa partnership musicale con il pianista e compositore inglese Huw Warren, Dìalektos è un viaggio nel tempo e nello spazio, un tributo ai grandi maestri della cultura e della tradizione napoletana e alla musica vera e senza  confini: Napoli incontra il jazz contemporaneo, libero e spurio, ed il Brasile di Chico Buarque de Hollanda e Hermeto Pascoal in standard piacevolmente riusciti e originali quali Beatriz e Ginga Carioca – quest’ultimo impreziosito dai virtuosismi del clarinetto di Gabriele Mirabassi.
Il brano che dà titolo all’album è improvvisazione pura, la voce diventa strumento, seguita ed assecondata dal pianoforte di Warren. Ne esce un pezzo dove la musica traduce fedelmente il fascino e la ricchezza dei dialetti e dei linguaggi propri di ogni popolo. De Vito è ancora una volta sperimentatrice a trecentosessanta gradi, talento vocale capace di trasmettere forti emozioni, arrangiatrice e compositrice  dalle collaborazioni prestigiosissime – Joe Zawinul, Norma Winston, Maria Joao, Paolo Fresu e Rita Marcotulli.
La tradizione culturale e musicale napoletana viene celebrata con brani originali e liriche in lingua madre tra cui Allirallena – poesia di Totò che trova il suo perfetto abito nella messa in musica del duo anglo-partenopeo – la duecentesca Jesce sole (il più antico canto napoletano) che si veste di presente e trova spazio in un brano estremamente contemporaneo per interpretazione e arrangiamento musicale. L’omaggio a Totò continua con Si fossi n’auciello, canzone scritta dal principe De Curtis e qui riletta in chiave jazz. La tradizione incontra invece l’elettronica in ‘Mmiezzo o ggrano, brano che chiude un album profondamente ricco e intenso, dove l’interpretazione di Maria Pia De Vito gioca con la voce tra pop, jazz e lirica.

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