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Doctor 3

Doctor 3

Attivissimi a cavallo fra i millenni, quelli di Doctor 3 a un certo punto (2009) avevano deciso di riprendere ognuno la propria strada: Danilo Rea privilegiando il piano solo, o il duo con Gino Paoli, Enzo Pietropaoli varando la gratificante esperienza dello Yatra Quartet, Fabrizio Sferra curando a sua volta progetti propri, ma anche partecipando a quelli di Enrico Rava (fra gli altri). Poi ecco che nel febbraio di quest’anno si sono ritrovati in sala d’incisione per riannodare quell’esperienza (fra le massime in materia di piano trio nazionale) come se di fatto nulla si fosse mai interrotto (emblematica, in tal senso, la scelta del titolo: molto semplicemente Doctor 3). E hanno deciso di farlo privilegiando quello che era diventato un po’ il loro marchio di fabbrica: rileggere in jazz pop songs (in senso lato) di ogni ambito e latitudine. Dodici i brani scelti, che sarà il caso di scorrere uno a uno, anche per segnalarne schegge di storia personale (dei brani stessi).

Si parte dunque con How Deep Is Your Love dei Bee Gees, dalla ben nota colonna sonora della Febbre del sabato sera, anno di grazia 1977, di cui Doctor 3 privilegia, secondo suo costume, la componente melodica. Segue Unchained Melody, brano di North e Zaret del 1950 (circa) inciso fra gli altri da Sonny & Cher (1968), Roy Orbison (’69), Platters (’70), Joni Mitchell (’82), U2 (’89) e Cindy Lauper (2005). Il clima è schiettamente balladistico, in progressiva espansione. Con (Ain’t) No Sunshine di Bill Withers (dall’album “Just As I Am”, 1971) il livello sale ulteriormente: splendida la cantabilità ritmica che il trio sa far traspirare da ogni poro.
Seguono tre brani da film. Moon River di Henry Mancini e Johnny Mercer, portata al successo da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961), si svolge nel segno della morbida, rilasciata ballad che è, mentre in Up Where We Belong, cantata da Joe Cocker e Jennifer Warnes in Ufficiale e gentiluomo (1982), si riassapora più che altrove l’ariosità sospesa quanto palpabile tipica di Doctor 3 prima maniera. Con Cheek To Cheek di Irving Berlin, per Ginger Rogers e Fred Astaire in Top Hat (1935), infine, il trio torna per un attimo (con bella vivacità) tra le braccia rassicuranti dei jazz standards. 

Life On Mars di David Bowie (da “Hunky Dory”, 1971), per parte sua, è un autentico saliscendi di climi e temperature, mentre Let It Be (dei Beatles, è il caso di dirlo?) colpisce per la spiccata letterarietà di trattamento, praticamente in antitesi rispetto a quanto accade poco dopo con un brano quasi altrettanto noto, Hallelujah di Leonard Cohen (da “Various Positions”, 1984), completamente trasfigurato. Morbidamente danzante è, ancora, Will You Still Love Me Tomorrow, composta da una diciottenne Carole King su testo dell’allora marito Gerry Goffin, incisa fin dal 1960 dalle Shirelles e poi da Ben E. King (’62), Rokes (’65), Cher (’66) e Françoise Hardy (’69) prima che la stessa Carole l’inserisse nell’album della sua rivelazione come cantautrice tout court, ovviamente “Tapestry” (1971). Di Light My Fire dei Doors (in “The Doors”, 1966) viene privilegiato l’aspetto ritmico (anche con qualche lieve ridondanza, per quanto non senza un felice ripiegamento finale). Chiude (in gloria) un secondo jazz standard, The Nearness Of You di Carmichael e Washington, altro prestito cinematografico (da Romance In The Dark, del 1938) e altra gemma di un disco che non vi farà certo pentire di avergli dedicato un’oretta della vostra vita (e altre, verosimilmente, a seguire).  

Foto di Riccardo Crimi e Musacchio&Janniello

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Aldo Mercusio & Giandomenico Ciaramella
  • Anno: 2014
  • Durata: 54:25
  • Etichetta: Parco della Musica

Elenco delle tracce

01. How Deep Is Your Love
02. Unchained Melody
03. No Sunshine
04. Moon River
05. Up Where We Belong
06. Cheek To Cheek
07. Life On Mars
08. Let It Be
09. Will You Still Love Me Tomorrow
10. Light My Fire
11. Hallelujah
12. The Nearness Of You

Brani migliori

  1. No Sunshine
  2. Will You Still Love Me Tomorrow
  3. The Nearness Of You

Musicisti

Danilo Rea: pianoforte  -  Enzo Pietropaoli: contrabbasso  -  Fabrizio Sferra: batteria