Giulia Millanta
Cadere giù da un cielo blu e descrivere quello che si vede e che si vive, facendo i conti innanzitutto con se stessi. Questo è Dropping down, il secondo disco della cantautrice Giulia Millanta, un lavoro che racchiude 11 brani inediti più una cover, Paranoid dei Black Sabbath. Ma non fatevi ingannare da questa citazione perché Dropping down è musicalmente un lavoro tranquillo, con suoni folk che rimandano direttamente agli States.
La chitarra acustica è al centro di questo disco che accompagna piacevolmente la gradevole voce di Giulia, seguita anche da altri strumenti quali il violino, la viola, il sassofono, l’ukulele. A tale proposito è assolutamente da citare The old man, una delle canzoni più belle del disco. La scena è semplice: nel bel mezzo di una festa di paese la protagonista intravede un anziano ridere e partecipare con gli applausi al concerto di una band. La domanda al centro della canzone è: sorride ed applaude perché è veramente felice o per non sentirsi solo? La risposta si saprà verso la fine del brano.
Da citare anche Floating che si apre con un fischiettio che trasmette leggerezza, che è quella che ci vuole per fluttuare nel cielo. La stessa sensazione che si prova osservando la copertina del disco.
Dropping down è un buon lavoro che scivola veloce e lascia chi lo ascolta il gusto spontaneo di cadere giù ed osservare con più attenzione quello che ci circonda.
01. Right between the eyes
02. Madame
03. The tunnels of my brain
04. Dropping down
05. A long dark road
06. Satan’s speech
07. Skulls and crossbones
08. Intro
09. The old man
10. Hotel
11. Paranoid
12. Floating
Giulia Millanta: voce, testi, chitarra acustica, chitarra baritona, ukulele e cori Paolo Loppi: chitarre elettriche ed acustiche Lorenzo Forti: basso Donald Renda: batteria Fulvio A.T. Renzi: violino Paolo Clementi: viola Matteo Addabbo: organo hammond e rhodes Ed Gherard: weissenborne guitar Michael Manring: fretless bass Ettore Bonafè: percussioni Lorenzo Bertocchini: cori Stefano Cantini: sassofono Paolo Perego: tamburine e shaker Gianfilippo Boni: snaps