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Egokid

Ecce Homo

In principio, era l’Uomo: il suo ego, i suoi bisogni, le sue imperfezioni, la sua capacità di plasmare il mondo. Ecce Homo – quarto album della formazione milanese EgoKid fondata dai “colleghi” Diego Palazzo e Piergiorgio Pardo - è la continuazione di Nietzsche sul pentagramma. Al centro, la necessità di superare sovrastrutture ideologiche e pseudospirituali del (piccolo) uomo contemporaneo e tornare alla pura sostanza, intesa proprio come “Mensch”, per dirla alla germana.

Le dodici (volendo contare anche la fulminea intro Umano, troppo Umano) tracce di questo disco stendono un preciso manifesto dell’Ego-pensiero, leggendo la realtà attraverso una lente nichilista: l’impietosa L’uomo qualunque è un disco-pop dolorosamente naive, riassumibile nel folgorante «non abbiamo i soldi, per comprare la coca, fare la bella vita». Credo è l’inno razionalista e anti-religioso che mancava, dal sapore beatlesiano, professione di fede rilanciata poi nella conclusiva Parabole, in cui il verbo egokidiano è proiettato in prospettiva storica in salsa italo-disco anni Ottanta. Come un eroe della Marvel è una romantica dichiarazione d’amore jazzy costruita sugli eroi dei fumetti Marvel. Ragazze + Ragazzi è un riuscito “centone” della hit dei Blur, qui meno sintetica e più acustica, a ribadire che la edonistica situazione social-sessuale non è cambiata negli ultimi quindici anni. Featuring d’eccellenza Faust’O nella new wave a metà tra Garbo e Interpol di Non si uccidono così anche i cavalli?, seguita dal lirismo neoneoclassico di Sirene, un tormento amoroso che echeggia di pop italiano anni 60 e arpeggi antichi – dolore sentimentale ripreso anche in Non mi hai fatto male, con maggior autocoscienza. Il baustellismo Con stile (carta canta: Diego Palazzo collabora nei loro live), scomoda Life on Mars? di Bowie per ironizzare sugli opposti conformismi dell’ora dell’aperitivo; risveglio truce in Una vita, dedicata ai tagliatori di teste delle Risorse Umane e al determinismo del job hunting. Apertura alla speranza con Universo, giocosa canzone sull’amore che trascende il mondo e salva dal Nulla.

Un disco filosofico o un filosofo (Nietzsche) punk ante-litteram? Interrogativi oziosi. Resta un gruppo ormai maturo, dal sound solido e ben cesellato (forse un filo derivativo), e soprattutto uno sguardo disarmante e lucido alla realtà. Dio sarà anche morto, ma gli EgoKid stanno benissimo.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Sergio Maggioni e Giulio Calvino
  • Anno: 2011
  • Durata: 43:12
  • Etichetta: Novunque/Self

Elenco delle tracce

01. Umano, troppo umano

02. L’uomo qualunque

03. Credo

04. Come un eroe della Marvel

05. Ragazze + Ragazzi

06. Non si uccidono così anche i cavalli?

07. Sirene

08. Con stile

09. Una vita

10. Universo

11. Non mi hai fatto male

12. Parabole

Brani migliori

  1. L’uomo qualunque

Musicisti

Fabrizio Bucchieri: basso Giacomo Carlone: batteria Chris Clemente: chitarra, e-bow Davide dEbEnedetti: sintetizzatori, percussioni Diego Palazzo: voce, chitarra, tastiere Piergiorgio Pardo: voce, tastiere Fausto Rossi: voce in 6