Un grande lavoro di memoria e di radici ma anche, paradossalmente, di futuro. Perché il futuro è anche nella mostra multimediale che celebrerà la figura di Fabrizio De André presso il Palazzo Ducale di Genova dal 31 dicembre 2008 al 3 maggio 2009. Cinque ambienti ricorderanno, con differenti materiali, la vita e le opere del cantautore genovese. O meglio: di un artista che ha movimentato la cultura del nostro Paese, che ha saputo rivoluzionare e rinnovare la modalità di scrittura della canzone italiana, che ha saputo far parlare della canzone come di una forma d’arte, affascinante e potente. Effedia. Sulla mia cattiva strada è un pregevole progetto composto da due cd e da un dvd nel quale, grazie a molto materiale d’archivio RAI e alla regia di Teresa Marchesi, De André si racconta in differenti momenti della sua vita, artistica e non. Dalla sua prima esibizione in tv con Enza Sampò, passando per le interviste con Vincenzo Mollica, fino agli stralci dai suoi concerti la vita e l’arte di Faber scorrono in un caldo e commovente ricordo di una figura insostituibile per la nostra canzone. Rimane solo un rammarico: che nessuno abbia mai pensato di sottoporre De André ad un’intervista – come quella che Oliver Stone ha fatto a Fidel Castro per il film “Comandante” – da cui potesse emergere il grande fascino culturale, estetico, politico, sociale, letterario di un uomo che avrebbe potuto parlare di tutto con assoluta cognizione di causa. I due cd rappresentano invece (l’ennesimo) assaggio della sua carriera, ma con alcuni brani inediti o proposti in versioni differenti che vale la pena di segnalare: oltre ad una rilettura di Cielito Lindo con la Banda Osiris e il celebre duetto con Roberto Murolo su Don Raffaè, una Bella se vuoi volare che rappresenta l’elaborazione goliardicamente modificata di una canzone di un probabile “Baistrocchi” cantato in quel di Genova, il vecchio canto di montagna di origine piemontese Maria Giuana e Dai monti della Savoia, inedito assoluto di Faber qui presentato per la prima volta. Ci preme segnalare che i tre brani, incisi presumibilmente tra la fine degli anni cinquanta ed i primi anni sessanta, sono stati messi a disposizione dei curatori del progetto “Effedia” (Dori Ghezzi con la Fondazione De Andrè Onlus) dal Fondo Neill-Fondazione De Ferrari di Genova. A completare un’antologia che (almeno nella parte video) risulta già di suo un’ottima occasione, sia per i neofiti che per gli appassionati, di approfondire la figura del grande cantautore genovese.

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