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En Plein Air

En Plein Air

 

C'è un'assenza incolmabile in questo disco. Un'assenza ostinata. Terribile. Un'assenza musa, quasi, perché ispira e dà luce – speranza – a tutto questo lavoro, e lo conduce, linearmente, dai detriti della sconfitta ai “frammenti” della vittoria successiva. En Plein Air è certamente il nome di un ensemble post-rock, ma è, abbastanza poeticamente, anche il titolo di un'impresa consapevolmente impossibile, e altrettanto coraggiosamente abbracciata: quella del ritrovare se stessi, nel riacciuffare la terra emergendo dal vuoto.

Waterloo è la cronaca di un distacco, muove dai pochi accordi di un synth-piano e scarta all'improvviso in un'apertura elettrica che prefigura una ricostruzione intima difficile ma realizzabile (suggellata dai violini, veicolo emozional-narrativo che attraversa tutto il disco). Thai respira le atmosfere rarefatte d'Oriente cui accenna il titolo, sviluppandosi su un arpeggiato lieve e mantrico. La scia dei ricordi continua sul riff di Oltre la pioggia, su cui si increspano nervosi strati di chitarre elettriche, in un crescendo imperdonabile.

Con Sul confine, siamo sul limitare della tempesta emotiva: introdotte le ritmiche sintetiche e le chitarre, l'ultimo barlume di speranza esplode con afflato epico (in un muro di synth e chitarre), vi si affacciano persino sospiri e gratitudini, ricordi comunque destinati a fossilizzarsi. Il Diario dei Lampi sa di preghiera, di un inseguimento insoddisfatto, di dolce rassegnazione. Comete apre nella devastazione di un piano accarezzato, uscendo da un vuoto che s'illumina d'improvviso, ritrova forma e sostanza, supera di slancio il suo livore. Frammenti di una vittoria: si apre alla quadratura del cerchio, si spicca finalmente il volo oltre un contingente ingeneroso, verso una ricomposizione alta, illogica, luminosa.

Idea ed esecuzione sono forti: a livello empatico, però, ci si trattiene sulla soglia, forse per via di soluzioni melodiche a volte insistenti, a dispetto del forte impatto cinemat(ograf)ico dell’insieme. Gli En Plein Air sono - al netto di queste facezie di ispirazione da ‘dopare’ – una promessa mantenuta, e, anzi, una chiave d'accesso non trascurabile al post-rock strumentale. I cuori del pubblico ringrazieranno.

 

 

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 38:05
  • Etichetta: Autoprodotto / Fluttery Records

Elenco delle tracce

01. Waterloo 02. Thai 03. Oltre la pioggia 04. Sul confine 05. Il diario dei lampi 06. Comete

07. Frammenti di una vittoria 

Brani migliori

  1. Waterloo
  2. Sul Confine
  3. Comete

Musicisti

 Eric Caldironi: chitarra elettrica. Giovanni Federici: chitarra elettrica. Ludovico Lamarra: basso elettrico. Marzia Ricciardi: violino. Aron Carlocchia: synth e pianoforte. Adriano Proietti: batteria.   Federica Vecchio: violoncello.