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Bungaro

Entronauta

La musica ha il potere di farti innamorare. Continuamente. È così, non si può spiegare, succede ogni qualvolta ascolti qualcosa che fa tremare la pelle e il cuore. Succede, soprattutto nella malinconia della fine dell’estate, in quelle giornate via via più brevi che lasciano i dolci ricordi e si soffocano sotto un cupo mantello di nubi. In questi giorni di settembre ho mantenuto il sole alto e caldo con un nuovo oggetto d’amore, Entronauta, il nuovo disco di Bungaro, un lavoro suadente, cristallino, gioioso.

Con questo album l’autore pugliese giunge al nono album di una carriera che lo ha visto fornire brani a nomi importanti della nostra musica (Mannoia, Vanoni, Ruggiero, Laquidara, Pilar, Chiara Civello) e tratteggiare un suo personalissimo percorso artistico. Forse con questo prodotto più che nei precedenti c’è la volontà di affermarsi definitivamente non solo nel ruolo di autore, ormai consolidato, ma anche, e soprattutto, nella sua cosmopolita figura di cantautore, peraltro dotata di un’esclusiva chiave d’interprete (in questo senso l’album “Il valore del momento”, uscito nel 2012, aveva già fornito ampie a consolidate conferme). Con “Entronauta” c’è una maturità conclamata, un ‘identità forte che caratterizza l’umore e la sapienza trasmessa da questo lavoro dalla prima all’ultima traccia. “Ci sono libri che ti aspettano e all'improvviso te li ritrovi tra le mani e davanti agli occhi. ‘Entronauti’ di Scanziani è uno di questi. Gli entronauti sono persone alla continua ricerca dei loro continenti interiori. Ed io, in qualche maniera forse oggi più che mai, mi sento un entronauta delle mie canzoni. Ho voluto esplorare la parte più nascosta di me guardandomi dentro senza riserve e senza paure attraversando ogni parola, ogni suono e ogni nota di questo mio nuovo progetto, nel silenzio e nel caos più totale. Sono ritornato all'inizio, camminando al contrario a cercare quel bambino che proiettava cieli sui soffitti e sognava di scrivere emozioni, e quante cadute dalla mia prima bicicletta verde, ma ricordo di più tutte le volte in cui mi sono rialzato. Ma la cosa più bella tra discese e salite è che questo disco e queste canzoni da dentro mi assomigliano completamente”.

 

Presto spiegata, quindi, dallo stesso autore la profondità di quest’opera, che viaggia mirabilmente tra coordinate di etno-world, pop mediterraneo e influenze brasiliane, il tutto però filtrato da un’idea musicale assolutamente soggettiva. Dodici canzoni inedite con melodie purissime che accarezzano il palato: dalla filastrocca di Rodari Il Cielo è di tutti cantata con Fiorella Mannoia (primo singolo, uscito qualche mese fa e qui raccontato) alla splendida ballata Zen (nuovo singolo in rotazione, clicca qui per ascoltarlo), dal bellissimo omaggio Amalia alla regina del fado Amalia Rodrigues al movimento irresistibile di Appartenenza, solo per citare qualche brano. Perché la vera essenza della bontà di quest’album non risiede in una canzone in particolare ma nel suo insieme, nel suo quadro complessivo pieno di colori, immagini e di piccole grandi carezze. Tanti ospiti come Ninon Valder, Faraualla, Raffaele Casarano, Carlo Di Francesco, Saturnino, Rakele, Pino Insegno, la già citata Fiorella Mannoia, ma soprattutto emerge Antonio Calò in arte Bungaro, in tutta la sua vorticosa spirale di compositore in perfetto equilibrio tra musica e parole.
Nota di merito anche agli arrangiamenti orchestrali che caratterizzano e avvolgono il suono di tutto il disco, curati da quel grande musicista che è Antonio Fresa (a riprova della grande fiducia e stima che Bungaro ha rivolto a questo musicista napoletano, il primo brano dell’album è una chicca strumentale che mette subito in chiaro valore e profumi che avvolgeranno tutto il lavoro). Aggiungiamo che il disco è dedicato a Lucy Listro e Pierre Ruiz, indimenticato discografico (e amico) di Tony, scomparso prematuramente un anno fa in Sardegna.

“Entronauta” è tutto ciò che la grande musica d’autore dovrebbe essere: emozione, divertimento e malinconia (sentimento nobilissimo), ritmo, sogni, gioia, abbandono. In definitiva un lavoro che racchiude l’interiorità di un artista allo zenit della sua visione compositiva, un gioiello nel suo genere se non fosse troppo rischioso utilizzare questo termine. Un tesoretto da cercare e da portarsi dietro nelle giornate autunnali che arriveranno. Ma, a dirla tutta, anche con i primi caldi tornerà utilissimo.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Prodotto e arrangiato da Bungaro e Antonio Fresa; Produzione esecutiva Alfonso Caprioni
  • Anno: 2021
  • Etichetta: Egea Music

Elenco delle tracce

01. Hanami in primavera

02. Il cielo è di tutti (feat. Fiorella Mannoia)

03. Più veloce degli altri

04. Come le viole a fine Aprile (feat. Carlo Di Francesco)

05. Ti Tau (feat.Faraualla)

06. Anna siamo tutti quanti

07. L’amore che serve

08. Appartenenza (feat. Raffaele Casarano)

09. Zen (feat. Saturnino)

10. Occhi (feat. Nino Valder e Carlo Di Francesco)

11. Amalia

12. Entronauta (feat.Pino Insegno)

Brani migliori

  1. Appartenenza
  2. Il cielo è di tutti
  3. Zen

Musicisti

Bungaro: voce e chitarre;
Antonio Fresa: pianoforte e direzione d’orchestra;
Antonio De Luise: contrabbasso;
Marco Pacassoni: batteria vibrafono marimba e percussioni;
Orchestra: Ensemble dei professori del Teatro San Carlo di Napoli;
Saturnino: basso acustico #9;
Alma Reys: voce #9;
Enzo Grimaldi: fisarmonica #9;
Cesare Chiodo: basso elettrico #7;
Carlo Di Francesco: percussioni #4 e #10;
Raffaele Casarano: sax #8;
Stefano Jorio: violoncello #8;
Ninon Valder: bandoneon #10;
Rakele: voce #8;
Faraualla: voce #5;
Pino Insegno: voce narrante #12