Priscilla Bei
Elettronica, pop, jazz, cantautorato...difficile definire un genere specifico per questo album dal titolo Facciamo finta che sia andato tutto bene ma d’altronde è difficile farlo con quasi tutti gli album degli ultimi cinque anni (almeno, ma facciamo anche dieci). La stessa cantautrice Priscilla Bei cerca di inserirsi in un genere specifico senza riuscirci: vista la personalità multiforme dell’artista, non sorprende il fatto che non ci riesca.
La commistione di generi, molto apprezzata dal sottoscritto sempre e comunque, non è solo intrinseca in ogni traccia ma anche tra una traccia e la seguente: i generi si miscelano e si alternano sapientemente creando nell’ascoltatore uno spaesamento piuttosto piacevole. E i testi accompagnano le musiche. O le musiche accompagnano i testi. E’ difficile capire cosa sia venuto prima tanto è azzeccata l’accoppiata: l’unico modo di sapere che testi e arrangiamenti non sempre sono stati scritti dalla stessa persona è leggendo i crediti dell’album.
L’ultimo brano Autostrada è una chicca: a metà tra una ghost track e una demo, un’atmosfera sincera e rilassata, un arrangiamento “post-prodotto” sulla traccia originale e l’effetto finale è strano e piacevole al tempo stesso. Un album energico e riflessivo che tratta dei temi più vari: amore non corrisposto, storie di marinai e vita di porto, desiderio che le istantanee diventino reali, tutto in una successione altalenante, quasi da montagne russe. Tante sperimentazioni in un disco attuale ma con un substrato retrò sempre presente e percettibile.
L’impressione finale quella è di un lavoro che scivola via molto piacevolmente e che vocalmente l’artista possa osare molto di più: sicuramente è andato tutto bene, il futuro promette anche meglio.
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01. Caos
02. Ivano
03. Keplero
04. Cose serie
05. Faccio a meno
06. Livorno
07. Doveva succedere
08. La perfezione
09. Deserto
10. Autostrada