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Ex KGB

False Hope Corporation

Tornano gli Ex KGB e lo fanno alla loro maniera, ovvero con quella miscela di funk e post-punk che già li aveva caratterizzati nella loro uscita discografica precedente. Tuttavia in questa loro nuova realizzazione, False Hope Corporation, ci sono diversi e sostanziali elementi di novità che spostano in alto l’asticella delle loro ambizioni.
Intanto l’approccio generale, che fuoriesce dalle dieci tracce, suddivise in “Lato A” e “Lato B”, come in qualunque buon vecchio Lp: una maggiore grinta che in alcuni passaggi diventa quasi cattiveria, ritmiche più martellanti, quasi metal ed un cantato che asseconda questo atteggiamento assumendo spesso toni concitati, urgenti, disperati.

Dal punto di vista del suono, invece, la novità più rilevante è certamente l’introduzione dello Stick, che in una band priva di tastiere modifica radicalmente l’impatto sonoro globale: l’effetto è indubbiamente quello di una maggiore coesione che, in una situazione funk/punk, proprio perché si dirige in direzione contraria rispetto ai canoni soliti di questi generi in cui gli strumenti sono decisamente più “staccati” fra loro”, crea nell’ascoltatore una attenzione maggiore verso l’esito dei singoli brani.

Che Alberto Stocco, Emanuele Cirani e Mike 3rd amino spingersi oltre è evidente. Che amino sperimentare è un tratto distintivo già presente su I Putin. Ma questa volta pare davvero che questo lavoro si ponga come base per nuovi ed ulteriori sviluppi: non un album “di transito” comunque, ma certamente un lavoro non risolutivo, per lo meno nella definizione del genere che gli Ex KGB amano e ameranno incarnare.
Quale possa essere in futuro l’evoluzione di questo gruppo è percorso difficile da decifrare, per lo meno ad oggi: False Hope Corporation è un album diretto, ma musicalmente elaborato. Scarno si, ma ricco di trame strumentali che superano sicuramente i confini del post-punk ed in questo senso non è definibile come un lavoro “immediato”, proprio perchè l’elaborazione, i numerosi momenti di improvvisazione, le architetture a tratti anche molto complesse, come in Running against the sun, determinano il fatto che l’ascolto debba essere necessariamente più approfondito.

Certo i brani restano brevi, quadrati (lo stile è spesso vicino a quello dei Talking Heads), non si caratterizzano mai per “divagazioni” troppo barocche, ma anche in questa loro brevità si coglie la nascita di qualcosa. Azzardato dire se finalmente si stia gettando un ponte fra generi musicali filosoficamente distanti, come il prog ed il punk, ma la sensazione è che, comunque, gli eccessi e la “verbosità musicale” del primo e l’eccessiva e cruda semplicità del secondo possano in futuro trovare più di un punto di contatto.
Se gli Ex KGB saranno capaci di proseguire in questa direzione potrebbero davvero dare luogo a qualcosa di decisamente interessante, innovativo ed inaspettato, “… per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima…”… e sarà interessante vedere gli esiti di questo viaggio…

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Ronan Chris Murphy  
  • Anno: 2014
  • Durata: 37:02
  • Etichetta: Ma.Ra.Cash Records

Elenco delle tracce

01. Took it over
02. Bundness or else
03. Make it happen
04. This world
05. The Defender
06. Running against the sun
07. Who cares
08. Hold your breath
09. Lies
10. False hope corporation

Brani migliori

  1. Took it over
  2. The defender
  3. Hold your breath

Musicisti

Alberto Stocco: drums, percussions  -  Emanuele Cirani: Chapman Stick, bass, vocals  -  Mike 3rd: guitars, keyboards, backing vocals