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Fiori Frutti Farfalle

L’eclettico Paolo Farina (instancabile collante tra vari generi musicali che negli anni lo hanno visto dar vita agli Etnoritmo e poi protagonista di un progetto più personale che porta il nome di Vallone) ha colpito ancora….ma questa volta il bersaglio è la nostra memoria di tempi lontani ma, incredibilmente ancora così vicini. Il suono di questo lavoro è inconfondibilmente targato anni ’70, con il particolare sguardo artistico verso il mondo del cosiddetto suono progressive. Solo con l’ascolto dell’intro di Fiori frutti farfalle si entra immediatamente nella macchina del tempo ed è come rivolgere lo sguardo ad uno specchio ritrovando il volto di ieri. Il brano omonimo che apre questo bell’album, rappresenta una sorta di monumento a quel periodo musicale (e non solo), che è rimasto nella memoria di chi lo ha vissuto e nell’immaginario di chi ne ha solo sentito parlare e ne ha recuperato le tracce attraverso i supporti discografici recuperati dagli originali vinili o dalle successive ristampe.

Farina ha raccolto l’idea di un vecchio brano dei Maxophone, straordinario gruppo milanese di inizio anni Settanta, dal titolo Al mancato compleanno di una farfalla (del 1975), di cui scrisse il testo e, traendola dal bozzolo della memoria ha creato un brano ed un album di grande bellezza e suggestione. Come un novello Marcel Proust è andato alla ricerca del suo e nostro tempo perduto e dalle atmosfere ricreate, con certosina pazienza, ha saputo costruire un lavoro di rara efficacia, utilizzando le sonorità strumentali di quegli anni. È un ascolto pacificante e pacificatore quello di Fiori frutti farfalle con suoni morbidi, languidi, delicati, acustici quanto basta per non farne un album leggero ma, invece, grondante di perfezionismo che si sente ad ogni passaggio sonoro, con le note dell’organo, del violino, delle percussioni, anche del clavicembalo.
Un lavoro di arrangiamenti superbo su questo brano che dura oltre venti minuti (la metà circa del disco), a cui ha dato corpo e mente soprattutto Lele Battista (qui nella foto), musicista, tecnico del suono, produttore e, appunto, tra i più talentuosi arrangiatori in circolazione. L’ascolto del brano omonimo al titolo può leggersi/ascoltarsi come il compendio di un’epoca della cui importanza storica, sociale, artistica ancora non ne possiede piena consapevolezza neppure chi ne fu protagonista che, spesso, l’ha attraversata in un baleno senza rendersi conto che l’urgenza del viverla non dava la possibilità di comprenderla, in una sorta di maledizione temporale che faceva dei protagonisti ignare comparse in una sorta di storia composta a “loro insaputa”. Un brano vintage, quindi, quello che dà il titolo all’album e un plauso per l’effetto ottenuto (sul brano ma in generale su tutto il disco) va anche a Paolo Iafelice che ha curato tutta la parte di mixaggio e masterizzazione con grande perizia e cura, donando a tutto il lavoro un sound perfettamente assimilabile all’epoca.

Ma non basta, perché accanto ad esso ve ne sono altri sei, scritti tra il ’72 ed il ’73 sempre da Paolo Farina (qui sotto in una foto di Sergio Cippo, in un live di pochi mesi fa) ma fino ad oggi inediti, che testimoniano quale fosse il clima musicale di quegli anni. Un clima che rompeva con la tradizione paludata precedente e si apriva ad orizzonti sonori imprevisti e suggestivi che univa testi innovativi, spesso immaginifici oppure legati allo scandaglio dell’interiorità umana, a musiche che utilizzavano stili completamente inconsueti ed atmosfere che si andavano costruendo insieme a culture musicali di altri paesi, con particolare attenzione a quanto avveniva nel Regno Unito dove un manipolo di sperimentatori, dalla fine degli anni ’60, aveva iniziato una ricerca profonda dei suoni e dei testi al fine di creare, dal nulla, una cultura musicale nuova. Per avere bene la percezione di quanto appena scritto vale la pena di ascoltare con attenzione il testo di un brano come Cerca in te (che avrebbe potuto essere scritto da un autore come Claudio Rocchi). Quello era il clima, quelle erano le illusioni, quella era la musica, quelli erano i suoni, quelle erano, in nuce, le delusioni. Ma solo lo stolto non cammina per paura dell’inciampo.
Un plauso sentito a Paolo Farina che ha scommesso su questo lavoro ed a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo lavoro considerando il bel packaging e la copertina deliziosa proveniente dal genio di Matteo Guarnaccia, che con il suo stile inconfondibile (straordinari i suoi ultimi lavori usciti per VoloLibero Edizioni di Claudio Fucci) ha ben riassunto il cuore e l’essenza del disco. L’album è del 2014 ma se lo ascoltate in cuffia, ad occhi chiusi, al termine, rientrando in voi stessi, potreste pensare che per l’esame di maturità manca ancora qualche anno, che Andreotti è ancora Ministro di qualcosa, che l’Olanda di Cruyff è la squadra più bella del mondo, che Pelè gioca ancora nei Cosmos di New York e che i Beatles si sono sciolti, sì, ma da poco…        

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Farina; Paolo Farina e Lele Battista per Fiori frutti farfalle
  • Anno: 2014
  • Durata: 40:25
  • Etichetta: AMS Records / BTF

Elenco delle tracce

01. Fiori frutti farfalle
02. Bianco, rosso, verde
03. Cerca in te
04. Mamma pubblicità
05. Nel prato più verde
06. Ti chiedo scusa
07. La ballata degli amici perduti

Brani migliori

  1. Fiori frutti farfalle
  2. Cerca in te
  3. La ballata degli amici perduti

Musicisti

Paolo Farina: voce  -  Lele Battista: tastiere, basso elettrico, sintetizzatore, coro  -  Giuseppe Camicia. Chitarra acustica e classica, coro  -  Giorgio Mastrocola: chitarra acustica  -  Silvio Centamore: batteria, percussioni  -  Antonio Valente: tamburello basco, bongo, tabla  -  Donato Console: flauto traverso  -  Donato Pugliese: violino  -  Mimmo De Carlo: chitarra acustica ed elettrica  -  Feyzi Azzurro Brera: violino, viola, violoncello  -  Sandro Esposito: congas, percussioni - Giovanni Di Lorenzo: santoor, tampura elettronico, coro  -  Vito Di Carlo: violino  -  Francesco Nitti: sintetizzatore  -  Patrizia Cirulli: voce, coro  -  Evasio Muraro: coro  -  Renato e Cristina (Gobar): coro  -  Rossana Longo: coro  -  Vincenzo Aversa: coro  -  Andrea Nardelli: coro  -  Sergio Lattuada (Maxophone): Clavicembalo  -  Pino Pace: ispiratore, con le sue poesie, dei brani 2,3,4,5