ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Iacampo

Flores

Quante vite può avere un artista? Quante volte può cambiare pelle, rimettere i dadi nel bussolotto e interrogare i ching, per poi disporsi al cambiamento? C’è chi non si pone nemmeno il problema, chi si limita a cospargersi sopra un po’ di crema riattualizzante, chi è convinto di avercela, una pelle artistica, quando invece era la sottile pellicola del vinavil delle velleità. C’è poi gente come Marco Iacampo: lo troviamo nei tardi ’90 come leader e autore degli Elle, gruppo che innervava il rock con un blues urticante alla Tom Waits, vicino ai coevi Deus, poi si mette in proprio adottando il nickname Goodmorningboy: scrive in inglese e fa fagotto come Calimero, portando la sua musica in giro per l’Europa, con due dischi apprezzatissimi e live dovunque. Poi, di nuovo, i ching gli dicono: ragazzo, torna in Italia, riprendi in mano la lingua che Dante e Manzoni hanno forgiato anche per te, sbattetene dell’annoso problema delle tronche, e attacca la spina al cuore.

E così, ecco rinascersi con il suo nome e cognome per il progetto Il paese è reale degli Afterhours, e poi, abbandonato anche il nome, ri-esordire da solista nel 2010, snocciolando tre album, uno, letteralmente, più bello dell’altro. E già, perché la cosa fantastica di Iacampo, dopo vent’anni nel circo musicale, è non solo la sua splendida mutevolezza, ma anche che questa sia stata costantemente al servizio di una visione artistica via via più elevata. Se l’album del 2010 rivelava buone intuizioni, ma una strada ancora un po’ incerta, già Valetudo (2012) indicava con più saldezza la rotta: una musica fatta di cose essenziali, voce, chitarra, pochi strumenti acustici a girare discretamente attorno. Flores, lo splendido album uscito recentemente per l’encomiabile Urtovox, recupera questo flusso, ma alzando ancora una volta l’asticella.

Siamo di fronte, amici, e lo diciamo senza remore, a uno dei due-tre dischi di musica italiana dell’annata 2015. Un album frutto del lavoro di uno Iacampo ormai maturo, un autore di rara sensibilità e intelligenza,  che ha la felice intuizione di chiamare vicino a sé alla produzione artistica Leziero Rescigno, batterista pensante e grande mente musicale (lo ricordiamo già con gli Amor Fou e ora con Mauro Ermanno Giovanardi). Da questo corto circuito nasce un disco straordinario dove la canzone d’autore (e qui davvero ha poco senso stare a specificare “nuova” o “tradizionale”, perché Iacampo trascende queste categorie) si fa innestare da suggestioni africane o brasiliane, senza, ed è qui la vera magia, diventare world music da catalogo megastore, senza ammicchi paraculi agli assessorati alla cultura (parlandone da vivi) o ai festival estivi. Basta la Pittore elementare posta in apertura a farti innamorare: un pezzo giocato sostanzialmente su due accordi classici, chitarrina, voce, sax e violoncello che ogni tanto entrano, percussioni circolari, e una voce che ha la grazia di porgersi in modo davvero unico, vero ed emozionante. E via via che la scaletta si snoda, ti accorgi che non ci sono zeppe, pezzi messi là tanto per fare. Da Palafitta, che rievoca un Africa dello spirito, alla commovente Ogni giorno, ad ogni ora, vero peana dei ringraziamenti per i piccoli-grandi Maestri di una vita, Santa Clara dai tenui sapori brasiliani, e poi la splendida Come una roccia, fino al conclusivo strumentale che battezza l’album. Ma, davvero, ogni titolo meriterebbe di esser citato, perché dietro ogni pezzo si nasconde una meraviglia, lì, per noi, perché tutto si tiene in un equilibrio sottile e misterioso. E’, quella di Iacampo, un’arte intima e allo stesso tempo popolare, dove la musica, il testo e gli arrangiamenti, di una fluidità sorprendente, trovano un punto di fusione altissimo. Ascoltare questo album riscalda, semplicemente, il cuore.

Foto Francesco Italia

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Leziero Rescigno  
  • Anno: 2015
  • Durata: 45:00
  • Etichetta: Urtovox/The Prisoner Rec.

Elenco delle tracce

01. Pittore elementare
02. Palafitta
03. Ogni giorno, ad ogni ora
04. Santa Clara
05. Nuovissimo Bestiario veneto      
06. Pescatore perfetto
07. Come una roccia
08. Come una goccia
09. Due due due
10. L’effetto che fa
11. Biancavela
12. Flores

Brani migliori

  1. Pittore elementare
  2. Santa Clara
  3. Come una roccia

Musicisti

Marco Iacampo: voce, chitarra classica, chitarra acustica, basso, flauto, marimba, piano  -   Enrico Milani: violoncello  -  Leziero Rescigno: batteria, percussioni, marimba, piano, synth  -  Paolo Lucchi: sax  -  Daouda Diabate: ngoni  -  Nicola Mestriner: synth