Dorian Gray
Un silenzio durato ben undici
anni, perchè a volte serve tempo per riordinare le idee, un possibile
definitivo naufragio, dopo un finale difficile e per certi versi antipatico,
che diventa un inaspettato e gradito ritorno, per questi figli della new wave
più cupa e decadente degli ultimi anni ottanta. Il progetto Dorian Gray, contrariamente all’omonimo e celeberrimo ritratto, non invecchia
affatto e non decade, ma, complice una mutata vena, suoni attuali, che arrivano
però da lontano, rinnova la propria capacità di affascinare, coinvolgere e
catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
Le tonalità soffuse che accompagnano la voce profonda di Davide Catinari
caratterizzano in modo significativo il nuovo estro compositivo della band, che
non disdegna peraltro i suoni effettati delle chitarre, le atmosfere che ai
tempi vennero definite tipicamente dark-wave e le ritmiche che a tratti
riecheggiano le cadenze post-wave.
E poi i testi, malinconici, a volte oscuri ed enigmatici, sempre
profondi, riflessivi, “strettamente personali” verrebbe da dire, e comunque
decisamente colti, anche nell’uso delle immagini, della sintassi, nella
terminologia ricercata e poco incline alla banalità.
Contrariamente a quanto può apparire però le
dieci tracce che compongono Forse il sole ci odia sono immediate, per nulla ostiche, catturano sin dal primo ascolto e
restano impresse per la loro grande intensità – acuita dalle trentaquattro
pagine di illustrazioni del fumettista Igort
che accompagnano il disco – anche se, per apprezzarne gli arrangiamenti
volutamente complessi e ricercati, vanno ascoltate con attenzione e molta
tranquillità. Certo, perché il saper cogliere le immagini musicali di
quest’album merita la massima calma e tanto tempo.
01. Volere/Potere
02. Zero lisergico
03. Invisibile
04. Manicure
05. Anatomia
06. 2/4 di infinito
07. Forse il sole ci odia
08. Non esiste
09. Crisalide
10. Salomè
Davide Catinari: voce, synth
Samuele Dessì: chitarre, programming, glockenspiel,
mellotron, voci, arrangiamento archi
Nico Meloni: chitarre
Antonio Manzari: basso
Jacopo Vannini: piano acustico, cori
Mario Marino: tamburi
Franco Solinas: synth, voci, theremin, piano
elettrico
Giovanni Mancosu: piano elettrico, synth
Danilo Secci: tamburi
Andrea Ruggeri: tamburi
Alessandro Coronas: tamburi
Giovanni Ferrario: chitarre
Giorgio Canali: basso
Gianluca Pischedda: cello, percussioni
Andrea Morandini: tromba
Alessandro Sanna: synth
Diego Deiana: violino