Forty Winks
Passata la patinata moda pop/punk caratteristica dei primi anni 2000, di cui i Forty Winks si sono fatti portavoce non senza successo e con una buona dose di qualità globale, è arrivato il momento di crescere. E occorre dare atto alla band bolognese di essere stata capace di emanciparsi dalla ripetitività che, mantenendo invariata una formula vincente, garantisce spesso un consenso costante, soprattutto nel pubblico che male accoglie il cambiamento.
Dopo l’omonimo disco del 2005 che ha intrapreso un piccolo nuovo corso, il quartetto prosegue nella stessa direzione con il nuovo Bow Wow. Il punk adolescenziale ma d’esportazione (la band ha avuto un’intensissima attività live dall’America al Giappone) lascia spazio ad un indie di matrice anglosassone di ispirazione Libertines nell’approccio garage, e Arctic Monkeys per l’immediatezza e la freschezza del sound.
Un disco che va fatto suonare più volte per scoprirne i numerosi risvolti, a dimostrazione della sua non superficialità, a beneficio anzi di una stratificazione che non si rivela al primo ascolto, fatta anche di tastiere e sintetizzatori molto brit-pop. Dei Blur manca però – e ci mancherebbe - quella capacità di sorprendere brano dopo brano, che lascia spazio invece ad una certa ripetitività e uniformità che non giustifica la presenza di dodici pezzi.
A confermare questa tesi la difficoltà nell’individuare canzoni che spicchino sulle altre, caratteristica che qualcuno può comunque annoverare come pregio (ma non in questo genere secondo il sottoscritto). Dirt In The Creek rimane l’episodio migliore, con quel basso rotolante che rimanda ad un rock più grezzo e sporco che accattivante.
Un disco che dal vivo suonerà egregiamente, laddove l’anima punk del gruppo rimarrà un’attitudine e non la componente preponderante.
http://www.fortywinkslounge.com/
http://www.myspace.com/fortywinks
01. Beneath her feet
02. Meet you at the bar
03. Mannequins
04. Way out
05. One last round
06. I feel dead
07. 63, Fortess Road
08. Dirt in the creek
09. Outtalove
10. Somersault
11. Whatever
12. Ain’t good enough