Lorenzo Lepore
Ci sono dischi che fai fatica ad ascoltare, perché magari sanno di già sentito, ce ne sono altri, invece, che ti prendono già al primo ascolto. Fuori onda, album d’esordio di Lorenzo Lepore, è sicuramente da annoverare tra questi ultimi. Già la copertina, nata da un’idea del celebre stilista e personaggio televisivo Guillermo Mariotto, che sembra ispirarsi ad un quadro di Pablo Picasso, con un occhio dello stesso Lepore “deformato” dall’acqua del bicchiere, anticipa la visione – dunque l’ascolto dell’album – da più punti: si potrebbe pensare che il disco suoni un po’ “alla Bersani” in alcuni passaggi e questa suggestione ci potrebbe anche stare, ma il prodotto resta comunque fresco, originale e sincero.
Fuori onda, prodotto da Tony Pujia per l’etichetta T-Recs Music, sembra quasi un concept album, un lavoro omogeneo nel quale il cantautore romano trova il giusto mix per mostrare la sua anima fragile ma allo stesso tempo l’impazienza di vivere. Questo stato d’animo lo ritroviamo ben descritto, tra gli altri, nel brano Futuro (con il quale vince la 17° edizione del Premio ‘Botteghe d’Autore’ nell’agosto scorso).
Ma in questo bel lavoro di Lepore non mancano canzoni ironiche (ma non banali) come Vietnam, brano contro la guerra, che vi farà ballare ripercorrendo sullo sfondo Simpathy for the Devil, brano dei Rolling Stones, che apre l’album “Beggars Banquet” del 1968. L’unico featuring del disco è in Ci avete rotto con Alessio Bonomo, cantautore punto di riferimento per il giovane artista e considerato da egli stesso il più “fuori onda” che conosca (probabilmente a ragione).
L’esordio su lunga durata di Lepore (era già uscito con un EP nel 2018 e alcuni singoli negli anni successivi) è un racconto in musica fuori da tutto: fuori dai radar, dalle radio, dalle playlist ufficiali, dalla wave. Restare fuori da tutto come risoluzione ad ogni problema? Sarebbe troppo facile, noi spingiamo per un Lorenzo Lepore più che fuori onda, sulla cresta dell’onda della nuova canzone d’autore che sì, peschi pure dal passato glorioso dei riferimenti storici, ma che continui ad usare suoni e linguaggi contemporanei.
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Spotify: Lorenzo Lepore
01. Malinconia
02. Vent’anni
03. Sotto la Luna
04. Arthur Rimbaud
05. Finalmente a casa
06. Vietnam
07. Futuro
08. Luna Park
09. Meglio così
10. Ci avete rotto
11. Niente di che