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Giulio Wilson

Futuro remoto

Futuro remoto, secondo lavoro di Giulio Wilson, è uscito tra la fine del 2018 e l’inizio di quest’anno, non quindi una primizia assoluta (e in un mondo discografico così veloce potrebbe sembrare un’eternità), ma sulla “nostra” Isola il tempo è un concetto relativo e se un album merita di essere segnalato lo facciamo senza nessuna remora, anche molti mesi dopo. A rafforzare la necessità di parlare di “Futuro remoto” diciamo subito che è un disco da non lasciarsi sfuggire, per l’intensità, l’anima, la musicalità, i temi trattati e per come Wilson traduce in “canzoni” tutto questo. Un giudizio avallato anche dai molti premi e prestigiosi riconoscimenti che i brani del disco hanno raccolto in questi mesi.

Ecco, abbiamo iniziato dalla fine e non dalla presentazione dell’autore per arrivare subito al succo della recensione, che racchiudiamo in un unico aggettivo: positiva.  Forse perché la voce di Giulio cattura fin dal primo ascolto, scivolando perfettamente tra le parole e le melodie che disegnano traiettorie mai banali che però non diventano mai leziose, anzi, lasciando nell’ascoltatore quella (ormai rara) sensazione e voglia di rimettere da capo il disco. Ma non basta, c’è ovviamente di più.

Wilson è un nuovo cantautore classico, scusate l’ossimoro, nel senso paradigmatico del termine; non viene fuori da un talent e non raccoglie migliaia di fan dalla rete per chissà quale strategia di marketing. Lui scrive, canta, si esibisce sui palchi di tutta Italia, alcuni anche molto prestigiosi, ma potrebbe limitarsi a fare bene il vino che produce nella sua azienda toscana o a gestire il ristorante fiorentino. Ma arte chiama arte e, se sai scrivere in maniera così evocativa, proponendo anche temi complessi che il mercato musicale pare quasi rifuggire, allora ci sta, allora uno come Wilson ci deve stare a pieno titolo nel panorama della buona musica italiana, ed infatti la critica, gli addetti ai lavori, non hanno tardato ad accorgersi di lui.

Questo disco segue un precedente lavoro del 2016, “Soli nel Midwest”, di impronta country e molto americano nella costruzione del ritmo. Ma tre anni sono lunghi da passare e infatti “Futuro remoto” suona un pop folk diverso, accattivante, ed affronta la nuova avventura con una consapevolezza maggiore dei propri mezzi, anche se alcuni brani erano già fortemente caratterizzanti di uno stile che stava costruendosi per diventare, oggi, personale e riconoscibile.

Anche se non parliamo di un album di lunga durata, su “Futuro Remoto” troviamo sei brani (più un Intro di trenta secondi con la voce della nonna di Giulio, che ricorda la sua voglia di diventare sarta durante la guerra, nonostante il rischio dei bombardamenti), sei piccole perle, dalle quali spuntano tre diamanti. È vero, forse stiamo ci siamo lasciati prendere la mano con queste metafore, ma di tanto in tanto è anche bello poter esagerare… Sei brani dunque, scritti e suonati alla vecchia maniera, con strumenti veri e poche sovraincisioni tra cui spiccano Modigliani (brano vincitore del concorso ‘1Mnext’ e interpretata sul grande palco del Primo Maggio a Roma), Mia bella ciao (vincitrice di ‘Materiale Resistente 2.0’, rassegna legata al circuito MEI oltre che di ‘Bologna d’Autore’ 2017) ed Occhi (Premio Anacapri Bruno Lauzi). Brani che insieme a Ho qualche problema (vedi il video) hanno catturato l’attenzione e ottenuto validi riconoscimenti, quali la partecipazione alla finale del Premio ‘L’Artista che non c’era’ 2019 e al ‘Premio Bertoli’ 2019. Insomma, un pugno di canzoni che hanno saputo destare l’attenzione di chi si occupa di musica d’autore – ma non solo - verso quest’artista eclettico e genuino.

Ma due righe aggiuntive vogliamo spenderle per il brano Modigliani, un inno alle piccole cose passate, al ricordo, alla nostalgia, alla solitudine, all’inganno; è un inquieto voltarsi indietro, per provare a tirare le fila di ciò che non è stato e di ciò che potrebbe essere, di chiaroscuri e contraddizioni, oltre che un omaggio all’istrionico pittore livornese, perché - lo dicevamo prima - l’arte chiama arte, e il bello talvolta rievoca gli eccessi. Eppure, dovendo trasporre in un quadro i brani e la personalità artistica di Wilson, non avrei personalmente dubbi, il pensiero va al dipinto del carro rosso ‘Il riposo’ di Giovanni Fattori, esposto alla Pinacoteca di Brera, splendida istantanea della campagna maremmana con l’uomo, il carro, i buoi, la campagna. La vita.
Wilson come un "macchiaiolo" della musica, capace di utilizzare i dettagli in un gioco di luci ed ombre che solo alla fine svelano il quadro, pardon, la canzone nel suo significato più ampio e profondo.

Ed è in quest’ottica che l’impronta di un cantautore che non si sottrae all’impegno, alla politica ed alla critica sociale è evidente nei brani Pasolini e Mia bella ciao, dove, in quest’ultimo, la sensazione di non riconoscersi, di straniamento, di perdita dei valori fondanti della società rispetto al passato sono declinate con grande impatto emotivo (bello il video che ha accompagnato il singolo, clicca qui), a cui si aggiunge un ritmo incalzante, quasi scanzonato ma che nasconde un testo crudo (una mattina/ mi son svegliato/ mia bella ciao/ e questo mondo era impazzito/ una mattina/ mi son trovato/ mia bella ciao/ con i miei sogni appesi al muro/ come una foto in bianco e nero). Un brano riuscito nel suo mix di parole e musica, che esprime nostalgia e disorientamento, come ben fatte ed arrangiate con gusto sono anche Occhi e Ho qualche problema. Giulio Wilson come un cantautore della terra e della memoria, con solide radici nella sua campagna toscana; un artigiano (nel senso più nobile del termine) della musica che si fa artista a tutto tondo, un polistrumentista che compone al piano e alla chitarra ma che sa suonare anche tastiere e il sax contralto.

E ora, dopo un’estate  piena di date e partecipazioni varie a festival e rassegne, è arrivato il momento di fare tesoro di questi due anni magici per capire come proseguire la strada. Al suo fianco può contare sempre sul fido Valter Sacripanti, musicista e autore di spessore (ha lavorato con molti nomi della musica italiana, sia come batterista che come produttore, qui nella foto) che collabora con lui da molti anni nella stesura dei brani ma soprattutto - in qualità di produttore artistico - degli arrangiamenti e nella visione globale di ogni scelta strategica. Due anime ‘belle’ che si confrontano e si stimolano a vicenda per ottenere brani che arrivano dritto al cuore dell’ascoltatore. I presupposti per dar vita ad un nuovo, grande, album quindi ci sono (tra le altre cose da pochi mesi Wilson è entrato nella scuderia di Bubba Music di Antonella Bubba che curerà il booking). Ma nell’attesa del nuovo lavoro, per chi ancora non conoscesse questo artista, “Futuro remoto” è un’ottima base di partenza. Consigliat(issim)o.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Giulio Wilson e Valter Sacripanti
  • Anno: 2018
  • Durata: 21:34
  • Etichetta: Fonoprint Studios

Elenco delle tracce

01. Intro

02. Modigliani

03. Mia bella ciao

04. Ho qualche problema

05. Pasolini

06. Se tornassi qua

07. Occhi

Brani migliori

  1. Modigliani
  2. Mia bella ciao
  3. Occhi