Piero Sidoti
Il disco Gente in attesa di Piero Sidoti, che si è aggiudicato la Targa Tenco Opera Prima 2010, è un album diverso dalla media sovrabbondante che c’è in giro. Un disco d’autore. Vediamo perché.
Sidoti, classe ’68, con quest’opera è alla sua prima pubblicazione a diffusione nazionale. Che sia davvero opera prima o seconda – c’è effettivamente un altro disco, del 2000, dal titolo L’insolito tran tran – è argomento interessante solo in rapporto agli incerti parametri premiativi del Premio Tenco. Quello che qui conta è che Gente in attesa è un buon disco, arrangiato benissimo da Antonio Marangolo e cantato magistralmente, con una voce che appare sempre giusta; lascia qualche perplessità per i testi: non c’è, in definitiva, una canzone che riesca a colpire per sviluppo, struttura. Il “come dire” è tutto troppo poco narrativo, fino a sembrare quasi occasionale e a volte persino penalizzante.
La parte più convincente del disco è data invece dai ritmi che creano gli ambienti delle canzoni e si sposano perfettamente con i temi di ogni brano e – meravigliosamente – con gli arrangiamenti e l’interpretazione di Sidoti. È precisamente qui la forza indiscutibile del disco, peraltro sottolineata da Lucio Dalla nella nota introduttiva al lavoro: l’autorialità dell’album viene fuori dalla poetica che Sidoti riesce a creare nello spazio minuscolo tra la sua intenzione d’atmosfera e il ritmo dei versi o la resa della voce, ora più intraprendente, ora sussurrata. Sostanzialmente, questo riesce a giustificare anche la mancanza di una reale forza testuale dell’intero lavoro.
Facciamo qualche esempio. Prendiamo La venere bianca, brano d’apertura, in cui il ritmo e l’uso dei cori riescono anche da soli a dare l’impressione e il plot; per il resto ci sono poche immagini rese per esempio con una endiadi, «soldi e fortuna», che chiede aiuto a una maggiore verbosità, prima di rendersi conto di bastare a se stessa.
Questo succede anche in un’altra canzone, il brano Da difendere, dove l’anafora «Quando sei bella […] quando sei stanca […] quando sorridi» crea un’atmosfera sussurrata e confidenziale, che il testo promette ma non mantiene; d’altra parte i versi ripetuti «Quando dormi/ dormi tanto/ che non hai nemmeno idea di quanto» creano una reale atmosfera ipnotica, che permette alle ripetizioni finali di perdersi, mischiarsi e immergersi nella coda d’arrangiamento, creando un tutto al proprio posto.
Sono solo alcuni esempi per descrivere un disco in effetti, come detto, diverso e particolare.
01. La venere nera
02. Pecore bianche
03. Bobby e il ballerino
04. Il giocattolo
05. L’acqua risale
06. Da difendere
07. I giovani
08. La conta di Caino
09. La mia generazione
10. La rapina
11. L’orco
12. Lo scemo del villaggio
Piero Sidoti: voce, chitarra Francesco Bertolini: chitarre Salvatore Maiore: contrabbasso, violoncello Antonella Macchion: violoncello Claudio Giusto: batteria e percussioni Roberto Dani: batteria e percussioni Alessandra Pascali: voce Antonio Vella: fisarmonica Antonio Marangolo: piano, tastiere, tromba, sax, arrangiamenti Giuseppe Battiston: special guest in Lo scemo del villaggio Maurizio Tatalo: special guest in L’acqua risale