Giua
Un boccata d’aria, seppur breve e
non delle più intense, la partecipazione di Maria Pierantoni Giua alla Sezione Giovani dell’ultimo
Sanremo. In mezzo all’immobilismo quasi totale degli altri cantanti in gara –
come da parecchie edizioni accade i giovani al Festival sono musicalmente
ancora più reazionari dei Big, ed è tutto dire – la sua Tanto non vengo ha brillato per delicatezza melodica e ironia
sottile, non trovando più di tanto il gradimento del pubblico televisivo ma
confermando il talento di una delle più interessanti giovani cantautrici degli
ultimi anni. In quanto a conferme poi la riedizione del disco d’esordio uscito
l’anno scorso – con in più il brano festivaliero, due nuovi inediti (Argento vivo e Petali e mirto, vincitore a Recanati nel 2004) e una cover de La donna cannone di De Gregori – fa il
resto e presenta Giua per quello che è: non solo una discendente italiana di
Suzanne Vega e Tori Amos come molti dissero frettolosamente in Riviera ma una
cantautrice che nonostante la giovane età dimostra una buona maturità di
scrittura con ancora ampi margini di crescita.
Giua si muove tra folk e canzone
popolare, guarda al Brasile più raffinato come Patrizia Laquidara (Tremore lucido) e canta le sue canzoni
con la cura di una grande interprete come la Mannoia (Morbidamente,
scritta con Carlo Fava). Tra tanti
episodi a cui manca la zampata decisiva pur essendo perfetti sotto ogni punto
di vista (grazie anche alla produzione di Beppe
Quirici e al contributo del suo solito entourage più Fausto Mesolella a comparire ogni tanto), riesce anche a piazzare due
canzoni importanti quali il bozzetto carioca di Petali e mirto (ripreso anche da Adriana Calcanhotto nei suoi
concerti) e quello popolaresco-crepuscolare di Una casa ubriaca. Brani che difficilmente si trovano in un disco
d’esordio, figuriamoci in un esordio passato da Sanremo dove i giovani sembrano
cariatidi da museo.
01. Tanto non vengo
02. Argento vivo
03. Si abbassa la luna
04. Aprimi le braccia
05. Petali e mirto
06. Ortiche
07. Morbidamente
08. Terra e rivoluzione
09. Una casa ubriaca
10. Niente poteva andar meglio
11. Streghe
12. Tremore lucido
13. Organizza la notte
14. La donna cannone
Maria Pierantoni Giua: voce, chitarra classica, chitarra acustica,
cori
Elio Rivagli: batteria, percussioni
Vittorio Marinoni: batteria
Beppe Quirici: basso, basso acustico, contrabbasso, chitarra
elettrica, synth bass, chitarra loop, Kavern voice
Claudio Borghi: chitarra elettrica, chitarra acustica
Stefano Melone: pianoforte, tastiere, programmazioni, loops, cori
Armando Corsi: chitarra elettrica
Fausto Mesolella: chitarra elettrica
Martina Marchiori: violoncello
Marco Fadda: percussioni
Arcotrafficanti: archi