Eugenio Bennato
Il sud cantato da Eugenio Bennato è al tempo stesso
realtà, vita quotidiana e entità spirituale, quasi esistenziale, è l’abbraccio
e la consapevolezza di una sola identità mediterranea (Che il Mediterraneo
sia), che è fatta di colori, di sapori, di vita, ma soprattutto di ritmo. Un
ritmo che si esprime nelle manifestazioni musicali del bacino mediterraneo, che
trovano spazio in questo disco, «concerto senza frontiere di voci bianche e di
voci nere» (Sponda sud). E un ritmo che è soprattutto eterno movimento,
e, per estensione, viaggio, essenza della vita stessa. «Quel viaggio che non
smette mai» (Che il Mediterraneo sia) degli emigranti da sud verso nord
(«chi parte contadino ed arriverà terrone») e dei naviganti che nella storia
hanno attraversato il Mare Nostrum portando con sé la propria cultura e la
propria lingua e mischiandole a quelle degli altri: «tutta la vita a navigare /
tutte le vele a consumare / tutte le isole a scoprire / la sponda sud di tutti
i venti / la sponda sud di tutto il mare / incontro a tutte le correnti / per
navigare sempre un po’ più avanti» (Sponda sud)
Non manca una certa retorica, che
pure fa parte dell’immaginario meridionale, popolato da briganti, perdenti e santi
in processione.
Grande sud contiene cinque inediti e sette
successi rivisitati. Anche per questo è difficilissimo indicare i
brani migliori: per tutta la durata del disco non ci sono cadute di tensione, ma
un susseguirsi di canzoni tutte semplicemente belle. Una menzione speciale
merita però la versione di Grande sud interpretata in duetto con Pietra
Montecorvino (come all’ultimo Festival di Sanremo). La voce della cantante
napoletana è l’essenza stessa di quanto detto finora sul sud: una voce
graffiante, popolana, sporca, dura, eppure sensuale. Ma anche gli altri ospiti sono
di altissimo livello, provenienti dal Mediterraneo o dal sud in senso più
ampio, come Teofilo Chantre,
capoverdiano artefice del successo di Cesaria Evora.
Del resto la collaborazione non può che essere un
cifra stilistica fondamentale di questo lavoro, che non solo idealmente
riunisce lo spirito di tanti musicisti, come in L’anima persa, in cui
vengono snocciolati a mo’ di litanie i nomi dei principali musicisti e cantanti
che hanno fatto grande la cultura della taranta, con il coro che risponde ad
ogni nome: «Tarantella power!».
01. Grande sud
02. Ai naviganti in ascolto
03. Taranta power
04. Ballata di una madre
05. Che il Mediterraneo sia
06. Grande sud (Special Guest Pietra Montecorvino)
07. Una donna bella
08. Novella
09. L'anima persa
10. Sponda sud
11. Incanto
12. Lucia e la luna
Stefano
Simonetta:
basso e chitarra elettrica
Francesco
Loccisano: chitarra
classica e battente
Roberto
Belelli:
percussioni e batteria
Pietra Montecorvino: voce
Teofilo Chantre: voce
Sonia Totaro, Zaina Chabane, Mohammed
Ezzaime El Alaoui, Emma Esha Mbotizafi, Mbarka Bentaleb: voci
soliste
Ada Nazzaro, Stella Sardella, Elena Scarpini, Maria
Silvia Carloni: cori
Coro dei bambini etiopi della scuola italiana di Addis
Abeba
Orchestra sinfonica dell’Opera del Cairo diretta da Nayer
Nagui
Orchestra popolare della Radio Nazionale di Algeri