I Davoli
Se il punk, e quello americano in particolare, ha avuto nei Ramones i “fratelli” più famosi, anche l’Italia può finalmente onorarsi di avere una band che adotta un nome, diciamo così, “collettivo”; certo, cambia indiscutibilmente il genere proposto, perché se negli States si parlava di punk allo stato quasi primitivo, quello dell’ormai leggendario “one, two, three, four…”, qui i riferimenti musicali sono decisamente differenti e, se vogliamo, di livello più elevato.
I quattro fratelli Davoli, che fra l’altro omaggiano con i loro nome una nota marca di strumenti musicali e di amplificatori che ha accompagnato la nascita di numerosissime band italiche, dagli anni ’50 fino, per lo meno, ai primi anni ’80, fanno riferimento, e lo si sente sin da Tell it now, il brano d’apertura, ad un certo genere di new wave assai sofisticato: Talking Heads, in primis, ma anche i Television, specie per lo stile chitarristico di molti passaggi ed i New Order, soprattutto quando la new wave si avvicina ai territori della dance elettronica.
New wave, si è detto, ma notevolmente interpolata da passaggi di ispirazione funky, ed un uso dell’elettronica che appare perfettamente funzionale allo scopo: i brani risultano sempre ricchi di groove, movimentati, quasi ai limiti della dance, ma mai assimilabili alla musica pop, proprio perché destrutturati quel tanto che basta per tenerli lontani dal rischio di scivolare nella ripetitività.
Ecco allora Greatest Hits, non male come titolo per l’album d’esordio, ma semplicemente dovuto al fatto che raccoglie una sintesi del contenuto di due EP precedenti, in cui le chitarre sciorinano una serie davvero ricca ed interessante di timbri differenti, mentre basso e batteria offrono una prova di notevole “profondità”, quel famoso e ricercato groove che spesso difetta in band dai riferimenti musicali simili.
La vivacità che contraddistingue l’album lascia comunque spazio a momenti più “dark”, anche se in questi passaggi, ad esempio Show me o New York, non viene mai comunicata quella cupezza che caratterizza il genere, anche perché la dinamica che il gruppo esprime riesce sempre ad offrire un notevole senso del movimento.
Questa è una band da seguire, sicuramente, e con un certo interesse, perché ha potenzialità interessanti e, dal vivo, promette di fornire uno spettacolo coinvolgente e molto energetico. Del resto dopo aver rivisitato i “mitici” anni ’50, ’60 e ’70, era doveroso che qualche band nostrana facesse riferimento ai bistrattati anni ’80, da molti considerati il periodo di minor qualità, a livello musicale, cosa probabilmente non vera, per lo meno per gli ascoltatori più attenti…
01. Tell it now
02. Switch on pleasure
03. White tape
04. Somethingelse
05. Show me
06. Monkey
07. New York
08. Saturday night
09. The way you need
10. Jojo rulez
11. Still watching the sun
12. Purple pills
13. Switch on freak
Richard Davoli: voice, guitar -
Frank Davoli: guitar, keyboards -
Tom Davoli: bass -
Johnny Davoli: drums