Voce intensa, timbro deciso e parole degne di un poeta. Si presenta così Emanuele Galoni, in arte semplicemente gaLoni, al suo esordio con Greenwich. Cantautore di pura razza, gaLoni si presenta con undici brani la cui supervisione artistica è stata affidata a Emanuele Colandrea degli Eva Mon Amour.

Greenwich è un ritratto dell’Italia, duro, puro e senza mezzi termini. È un quadro frutto delle tessere che compongono il puzzle della vita di tutti i giorni, raccontata da un osservatore attento ai minimi dettagli. Esattamente come succede ne Il prezzo delle arance, brano di apertura di Greenwich: «Vedrai diffondere la pace con le armi se non morirai di sete in mare aperto, troverai anoressici tra i porci, ma non troverai le squadre materasso. Clamoroso al Cibali è un ricordo, collezioniamo multe paraboliche, idee per aiutare il Mezzogiorno mentre Milano è al centro delle cronache. Potrai vedere come cadono i governi mentre invecchieremo in cerca di un parcheggio, imputati eletti presidenti…».

Chitarre, armoniche, talvolta il pianoforte. È fatto quasi tutto di questi strumenti il mondo sonoro di gaLoni. Suoni scarni per risaltarne le parole raccontate da un piglio da grande cantastorie. Si apprezzano immediatamente tutte le canzoni e si capisce che non si è di fronte al solito esordio di un ragazzo come tanti che ama scrivere e cantare le proprie canzoni. Ci troviamo di fronte ad un grande disco d’esordio e ad un cantautore italiano da tenere d’occhio e a cui prestare tutta la propria attenzione.

Da ascoltare assolutamente

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