Guido Maria Grillo
Dopo aver scritto ed interpretato “Pensieri, musica e parole di Fabrizio De Andrè”, il giovane artista salernitano con sicura maestria pubblica il suo album d’esordio. Cantautore impegnato su più fronti, miscela tradizione ed innovazione, con impegno e un’ottima ricerca.
Se in un certo qual modo Antony and the Jonhson riprende la vocalità di Jeff Buckley, in una versione nazionale, Guido Maria Grillo traduce l’esperienza poetica e vocale di questi due grandi artisti con l’aggiunta importante della poesia di Fabrizio De Andrè. Nonostante siano paragoni impegnativi, la ricerca di questo interessante artista al suo debutto è davvero ben definita.
Ed il bello di Guido Maria Grillo e che oltre al fatto di voler seguire la poetica di Faber, traduce il suo pensiero contemporaneo e riesce a portarlo su schemi personali. Innovazione quindi e fusione con una propria e definita personalità: l’identità si rivela la forza predominante del disco. Lo stile è ricco di sfumature e variazioni di tono ed energia, spesso cambi di tonalità spiazzano, cori ben amalgamati e ritmi tangheggianti sembrano un po’ fuori posto, ma la sua attitudine all’esplorazione è davvero delicata e piacevole.
Nove canzoni in tutto con una sezione ritmica scarna e decisa, funzionale ad esaltare il testo: la voce alterna sussurri a grida disperate, arpeggi delicati a rullate di batteria possenti.
Se riuscisse a togliersi alcune sonorità sanremesi così polverose ed ormai così abusate l’opera sarebbe davvero perfetta. In qualche occasione infatti ci si aspetterebbe qualche svolta più energica, qualche chitarra più contemporanea in più, a sottolineare i passaggi rispetto a qualche arrangiamento d’archi un po’ confuso, che nasconde talvolta anche la sua bella voce. Ma è proprio voler cercare il difetto a tutti costi, questo è un album italiano, (e quindi per forza anche un po’ di rimando sanremese) raffinato, elegante, profondo e coinvolgente. E Guido Maria Grillo è certamente quel cantautore di talento da cui si aspetterà in futuro una crescita ancor più coraggiosa ed ispirata.
01. Ferite di guerre
02. Quello che resta
03. Le nostre verità
04. Nulla sarà come prima
05. Un fiore va a dormire
06. Mai più
07. Solitudine
08. Inutili parole
09. Trasformati in vento
Guido, voci, chitarre, tastiere, programmazioni, orchestrazioni, percussioni Mario Perazzo, pianoforte Rocco Rosignoli, violino