Il sapore anni sessanta e soprattutto settanta che si percepisce in ogni singola canzone del disco è facilmente intuibile già dal nome che il duo formato dall’ex Micevice (nonché collaboratore di PJ Harvey e di tanti artisti dell’indie nostrano) Giovanni Ferrario e da Andrea Fusari ha scelto per la propria creatura musicale. GuruBanana, infatti, è stato preso in prestito dalla bellissima Sweet Deceiver che Kevin Ayers, ex Soft Machine, scrisse nel lontano 1975. L’album dei GuruBanana comprende quattordici tracce dove appare evidente l’influenza di grandi artisti del passato come il già citato Kevin Ayers, Lou Reed ma anche i Velvet Underground e i Beach Boys. Una delle migliori song di questo cd di esordio è senz’altro Cold Water, piacevole rock che prepara le orecchie ad altre altrettante valide canzoni come la beffarda Pepper & Narcotics o la nostalgica Sun Energy. Ogni canzone è un mondo a sé che l’ascoltatore deve saper cogliere e assaporare come nel caso del malinconico Loose, della rabbiosa e ribelle Bucky-Bucky, del genuino pop di Shoop o del folk-rock rappresentato da una più che buona G.B Lost His Mind. Un esordio spumeggiante, dunque, quello del duo, che dimostra di esser riuscito a fondere insieme i rispettivi bagagli musicali profondamente diversi (il primo blues e il secondo folk-rock). E nonostante le sonorità spensierate, i temi trattati in questo album sono tutt’altro che banali: come dei narratori di altri tempi i GuruBanana cantano le ossessioni della società moderna, analizzano il timore umano di un fallimento e manifestano la propria rabbia contro problematiche scottanti come la pedofilia. A parte qualche incertezza sparsa qua e là, un ottimo biglietto da visita che promette bene per il futuro.

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