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A Classic Education

Hey There Stranger

Passo dopo passo, concerto dopo concerto, EP dopo EP, si stanno avvicinando. Gli A Classic Education puntano al bersaglio grosso, e fanno bene: basta col provincialismo e le ripicchette dell’indie italiano, cerchiamo di farci conoscere all’estero. Ci stanno provando in tanti in questo periodo, molto spesso con tour europei-americani al limite dell’autolesionismo, con l’unico fine di spuntare un paio di recensioni in più nel Belpaese. Per il gruppo di Jonathan Clancy, il discorso è un po’ diverso: già ospiti del South By Southwest nel 2009, ci sono appena tornati quest’anno, a fianco di gente come Queens Of The Stone Age, Bright Eyes, Wu Tang Clan, J Mascis dei Dinosaur Jr. Negli anni scorsi hanno aperto i concerti italiani di Modest Mouse, Okkervil River e pure Arcade Fire - e scusate se è poco. Al ritorno da Austin, si imbarcheranno in un altro estenuante giro di concerti negli USA, a fianco degli inglesi British Sea Power... Tutto questo senza aver ancora esordito sulla lunga distanza.

Questo Hey There Stranger è infatti il loro terzo extended play (il primo, First EP, uscì nel 2007) e anticipa di pochi mesi l’uscita dell’atteso album di debutto, in arrivo dopo la primavera.

L’apertura è affidata a Gone To The Sea, mid-tempo dall’andamento trasognato, non lontana dai R.E.M. del secondo periodo; è però la traccia seguente, la ballata Terrible Day, a colpire sin dalle prime battute, per le sue atmosfere sospese e sussurrate, scandite dai riverberi delle chitarre. La successiva What My Life Could Have Been è il “singolone” dell’EP, e ha tutte le carte in regola per esserlo: ritmica incalzante costruita su un semplice beat di drum machine, riff azzeccato, una spolverata di synth qui e là, linea vocale con un leggero tocco morrisseyano - senza dubbio il pezzo forte del lotto “Hey There Stranger”. Si prosegue con la piovosa Devilish Coast Sway e I Lost Time, ballata placida e malinconica. L’ultimo brano, Toi, è una piccola concessione al divertissement: trattasi di una rivisitazione ironica di un brano di Gilbert Bécaud, storico compositore francese rivelatosi al pubblico nei primi anni ’50.

Sei tracce sono pochine per valutare a fondo il lavoro di un’artista, e la sensazione che resta, dopo aver ascoltato il seppur ottimo Hey There Stranger, è che Jonathan Clancy e soci abbiano tenuto il meglio per ultimo - in altre parole, per il full length di prossima pubblicazione. Certo, due di queste sei canzoni sono davvero imperdibili, e se fosse il lavoro di un’altra band italiana l’avremmo promosso a pieni voti: ci saremmo stupiti dei suoni e del talento compositivo e l’avremmo segnalato ad amici e parenti. Ma se avete seguito il percorso artistico degli A Classic Education sin dai primi singoli, li avete visti dal vivo e credete nel loro grande potenziale artistico, allora prendete questo EP come l’ultimo capitoletto di introduzione prima dell’inizio del romanzo, l’ultima prova per consolidare lo stile (sempre più personale e sempre meno derivativo), l’ultimo passo prima del grande salto, che stanno per fare. E state certi che dall’altra parte ci arriveranno. Eccome.

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In dettaglio

  • Anno: 2010
  • Durata: 17:48
  • Etichetta: Lefse Records

Elenco delle tracce

01. Gone To The Sea

02. Terrible Day

03. What My Life Could Have Been

04. Devilish Coast Sway

05. I Lost Time

06. Toi

Brani migliori

  1. What my life could have been
  2. Terrible day
  3. I lost time

Musicisti

Jonathan Clancy: voce, chitarra Paul Pieretto: basso Luca Mazzieri: chitarra, voce Giulia Mazza: tastiere, voce Stefano Roveda: violino, theremin Federico Oppi: batteria