Vincenzo Pomar & Maurizio Curcio
Vincenzo Pomar, cinquantaquattro anni compiuti da poco, palermitano, un decennio vissuto a Parigi, si unisce qui al quartetto jazz (al settantacinque per cento argentino: la stessa incisione si è svolta a Buenos Aires) del pianista Maurizio Curcio, coautore delle musiche, nonché responsabile degli arrangiamenti, di questi brani, ad eccezione di Palermo per sempre, la cui musica si deve a Giovanni Ullu (a suo tempo autore, fra l’altro, di “Pazza Idea”). I testi, invece, sono per intero di Pomar, e quello che ne viene fuori è un album sicuramente coeso, immerso in atmosfere per lo più morbide, talora quasi colloquiali, squisitamente jazzistiche, che supportano una vocalità, invece, piuttosto acre, appuntita – “salata”, verrebbe da dire – che può qua e là ricordare un Piero Ciampi (ma altrove, negli episodi più piani, anche un Gaber, per esempio nel Temporale, che riporta in qualche modo alla mente “I soli”, o nella citata Palermo per sempre), il tutto in un cocktail a tratti magari un po’ dimesso, ma non privo di fascino. I momenti migliori sembrano coincidere con l’insolitamente vivace I treni di June, parzialmente in spagnolo, Il segreto della vita, di buon impatto complessivo, L’ultima volta, accattivante simil-tango, Tutte le cose che ho visto e Il giogo del tempo, forse i due episodi più ciampiani (anche se sempre piuttosto alla lontana, almeno per ispirazione globale) del lotto. Come Dalla, infine, più che l’autore di “4/3/43” sembra rievocare certe obliquità caposseliane, così come, pianisticamente, un Cammariere.
01. Il volto della coscienza
02. Nessun rimpianto
03. I treni di June
04. Irresistibile
05. Il segreto della vita
06. L’ultima volta
07. Il temporale
08. Come Dalla
09. Tutte le cose che ho visto
10. Il giogo del tempo
11. Palermo per sempre
12. I bambini di ieri
Vincenzo Pomar: voce, chitarra
Maurizio Curcio: pianoforte
Juan Ponente: chitarra
Hector De la Vega: contrabbasso
José Castillo:
batteria