Le mondane
Dopo aver fornito il loro apporto in varie esperienze in spettacoli teatrali e supporto a vari artisti, i Novaresi Luca Borin e Daniele Radaelli han capito di aver finalmente conseguito la giusta maturità per dar vita al progetto pop-folk Le Mondane, ufficializzandolo col debutto I giorni della marmotta, per un totale di sette inediti e due cover . Di base è un album folk ma le suggestive sfumature pop-cantautorali e strisciatine di jazz fan sì che risulti un disco raffinato e ben congegnato. Impostata col solo ausilio del mandolino, l'iniziale ballad Perdermi fa presa per la sua sorprendente semplicità e le piccole folate spettrali inserite nel mezzo la rendono oltremodo insolita.
Girato a San Donà di Piave, il video-single Stella e croce libra in alto con un vivace flauto svolazzante e centrati assoli acustici di chitarra, atto a marcare un sound dal sapore d.o.c. tradizional- popolare. La title-track esplica il senso dell'attesa per il primo sole di primavera dopo lunghi giorni freddi ad anelare un po' di caldo ma (ahimè!), se la marmotta vede la sua ombra, da oltreoceano ci insegnano che l'inverno attecchirà per molto. Invece, La grolla del Paul è un bizzarro country, frullato in andazzo ludico con inserti di frenetico Kazoo: decisamente un pezzo alla portata di tutte le orecchie desiderosi di fruire anche parentesi goliardiche. La cover di Fortis Settembre s'apprezza per la stravaganza assemblativa, poiché alcune tratte invertono la rotta originale di sostare piuttosto che acelerare le strofe e quindi, non una pedissequa riproposizione, ma piuttosto un restyling riuscito. All'ingresso di Il boia di Torino sosta un mandolino di richiamo partenopeo che fa gli onori di casa accompagnando vari cambi ritmici, nei quali le tratte gitane sono un bel valore pulsante. Con qualsiasi Strumento il duo assicura variabili: infatti, con la riproposizione di Dublino, il combo duetta proprio con il suo pregiato autore Luigi Grechi (De Gregori), evidenziando l'idea brillante di rimodellarla con tribalismo-folk, dagli aspetti vibranti e decisi, con inserti di cornamusa che lasciano viaggiare la mente in libero arbitrio. Ancora assaggi di tradizioni veraci nella conclusiva Sabba: un'invitante folk-lullaby ad un convegno, non di streghe, ma di interventi dialettali.
Come primo atto, davvero niente male e va riconosciuto a Luca e Daniele un evidente impegno progettuale di combinare melodie, ritmi ed atmosfere, creando quell'equilibrio azzeccato tra musica e suono della parola, evitando prevalenze gerarchiche tra le due componenti, col risultato che arriverà presto all'orecchio di molti.
01. Perdermi
02. Stella e croce
03.I giorni della marmotta
04. La grolla del Paul
05. Settembre
06. Il boia di Torino
07. Strumento
08. Dublino (Ft. Luigi Grechi De Gregori)
09. Sabba
Luca Borin: chitarra, basso, percussioni, theremin (a voce), kazoo - Daniele Radaelli: mandolino, chitarra, cajon, chitarre, ukulele - Lorenzo Prealoni: flauti dolci, cornamusa - Simone Stefan: flauto traverso - Fabiano Sacco: contrabasso - Sergio Quagliarella: percussioni - Daniela Tucci: voce intro - Nina Santoro: voce solista, cori - Giulia Santoro: cori - Francesca Pollastro: cori - Federica Guarragi: cori, darbuka