Agnese Valle
Incorniciati da un prologo strumentale e un epilogo “detto” (che illustra il lavoro), i nove uomini di Agnese Valle vengono snocciolati così, uno dietro l’altro, partendo col botto, persino doppio, visto che ad aprire la sequenza, in una versione forte, assolutamente credibile, è La valigia dell’attore di De Gregori (che in realtà la scrisse per Alessandro Haber, che la incise prima di lui, in “Haberrante”, suo esordio da cantante, che apriva, anno di grazie 1995), seguita a ruota da Autogrill di Guccini, altrettanto centrata, solida, interpretativamente parlando.
Interpretativamente, già, perché questo che è il quarto album dell’artista romana in dieci anni (che festeggia) è anche il primo in cui la succitata presta la propria voce a brani altrui, scegliendo – invero un po’ in controtendenza – tutte canzoni vergate al maschile, che evidentemente l’hanno segnata, canzoni scritte nell’arco di oltre mezzo secolo (Ragazzo mio di Tenco, ultima del lotto, è in realtà la più attempata, risalendo al 1964) ma la cui attualità – non si dice così? – è davanti agli occhi di tutti. Agnese in primis, evidentemente, che le ha scelte, riteniamo con più di un’esclusione “eccellente” (quanto prevedibilmente dolorosa), eterogenee come in fondo dev’essere quando ci si rivolge alle canzoni – anche qui prevedibilmente – del cuore. Del vissuto, di giovane donna e di artista, della sua sfera emotiva, o di quello che volete voi (e che del resto noi non sappiamo).
Quelle che abbiamo più apprezzato? Le due citate all’inizio, ovviamente, e poi, in generale, quelle più asciutte, eleganti, magari allusive, qua e là quasi ritrose. Quindi Altrove di Morgan, Kurt Cobain di Brunori Sas e il Tenco di cui sopra, non senza aver sottolineato che il brano di Pino Marino (gli altri sono evidentemente Renato Zero, Lucio Dalla e Appino), cioè La fioraia, è un inedito composto per l’occasione.
Ne valeva ben la pena, possiamo affermare a bocce ferme. Perché questo lavoro ci consegna un’artista ancora più matura, consapevole. Che ora riprenderà presumibilmente a scrivere e cantare cose sue, sapendo di avere un’altra pelle, un’altra chance. Che non può che arricchirla e illuminarne la carriera che verrà.
Foto di Tamara Casula
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01. Chi è di scena
02. La valigia dell’attore
03. Autogrill
04. Baratto
05. Telefonami tra vent’anni
06. Altrove
07. Il testamento
08. Kurt Cobain
09. La fioraia
10. Ragazzo mio
11. Sipario
Agnese Valle: voce, cori e clarinetto;
Andrea Pesce, Marcello Tirelli: pianoforte, tastiere;
Annalisa Baldi: chitarra elettrica e acustica;
Stefano Napoli: basso elettrico;
Fabrizio Fratepietro: batteria, synth, elettronica, vibrafono