Progetto Guzman
Mario Schiano, sassofonista, organista, cantante, è considerato il padre del free-jazz italiano (al centro nella foto), e dunque un artista sicuramente “non convenzionale”. Ad un artista non convenzionale non poteva che essere dedicato un tributo quantomeno poco convenzionale ed If Not – Omaggio a Mario Schiano è sicuramente un album che, per contenuto, struttura ed impostazione, avrebbe sicuramente strappato un sorriso benevolo all’artista napoletano scomparso cinque anni fa.
Intanto la formazione, un doppio trio, con il sax da una parte e la tromba dall’altra, perché il botta e risposta senza un (apparente) schema va giocato sui binari dell’originalità, alcuni brani di Schiano, altri composti, per l’occasione, da alcuni dei musicisti intervenuti, altri ancora, e la definizione è davvero interessante, chiamati “composizioni estemporanee”, frutto del lavoro di buona parte dei musicisti coinvolti nel progetto.
Insomma, una varietà non soltanto di stili ma soprattutto di approcci compositivi, che portano come conseguenza diretta la realizzazione di un album che, genericamente, si può definire “free”, e non poteva essere altrimenti.
If Not è stato inciso dal vivo presso l’Auditorium della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, a Roma, e proprio per questo ha in se quel quid di spontaneità che un lavoro puramente di studio avrebbe probabilmente per lo meno ridotto. Ma il senso di un omaggio ad un artista così eclettico si trova proprio in un lavoro di questo tipo, in cui ad un lavoro di studio, sicuramente divertente ma altrettanto complesso, è stata affiancata un’esecuzione “live in studio”, situazione nella quale la sensibilità e l’estro del momento hanno offerto ai brani eseguiti qualcosa di unico e di particolare.
In questo senso l’esecuzione di brani come Indicazioni contro e la successiva If not ecstatic we refund, scritta dallo stesso Schiano, descrivono l’obbiettivo che ci si è posti nel realizzare questo omaggio: assorbire l’esperienza del musicista scomparso, metabolizzarla davvero sino alla radice e rielaborarla per offrire all’ascoltatore un risultato che sia, nel contempo, coerente con l’artista a cui si fa riferimento e proiettato nel futuro, ovvero teso a sviluppare, integrare e rinnovare il discorso musicale.
Nell’ottica di questo ragionamento va interpretata la rilettura, del tutto estemporanea, di Dicitencello vuje, in cui, mentre Mariapia De Vito si divide fra il cantato “classico” ed i virtuosismi vocali di cui è capace, la trama musicale del brano viene spogliata quasi completamente e restituita nella sua totale essenzialità: ritmica destrutturata, accompagnamento minimale, melodia ridotta al minimo; sicuramente un’esecuzione originale, dal fortissimo impatto “magnetico”.
Lo stesso effetto lo producono, ad esempio, la suite A Sud, articolata, variegata, spezzettata, eppure capace di tenere alta l’attenzione e la tensione emotiva, oppure G, brano che per molti aspetti non è estraneo all’esperienza psichedelica.
Un lavoro affascinante, che malgrado l’estrema complessità strutturale non affatica, nell’ascolto, neppure l’ascoltatore meno avvezzo a queste sonorità, e questo è un risultato davvero ragguardevole.
01. Indicazioni contro
02. If not ecstatic we refund
03. Lover man
04. Dicitencello vuje
05. A Sud:
Sud
Sur
Sa bruscia
06. Caatinga
07. G
08. DQ
09. Dadà
10. Accarezzame
11. Corale
12. If not ecstatic we refund
13. Song
Angelo Olivieri: tromba, pocket trumpet - Silvia Bolognesi: contrabbasso - Marco Ariano:batteria, percussioni, effetti - Alipio C Neto: sax tenore, sax soprano curvo - Roberto Raciti:contrabbasso - Ermanno Baron: batteria - Mariapia De Vito: voce - Eugenio Colombo: sax soprano, flauto - Pasquale Innarella: sax contralto - Ivano Nardi: batteria, oggetti - Giancarlo Schiaffini: trombone