Perlè
Cos’è? Rock? Psichedelica? Indie? Mettiamoci dentro tutto e aggiungiamoci colori scuri come “Il blu e il nero”, che sono in fondo il terreno nel quale si muovono i Perlè. Che altro non sono se non
“la naturale evoluzione artistica di Gianluigi Scamperle, ex cantante della band Kasanova, oggi con un proprio disco solista dopo 4 anni dallo scioglimento della band”. Un disco quindi che lascia poco spazio all’allegria e alla luminosità, ma si muove spesso e potente come la voce di Scamperle. Un album che ci mette di fronte a decenni in cui il rock l’ha fatta da padrone, proprio ora che pare vivere, soprattutto in Italia, un momento di stanca, come se il viale del tramonto fosse realmente e definitivamente iniziato. Eppure i Perlè ce la mettono tutta per sconfiggere i fantasmi della decadenza del rock, lavorando ottimamente sui suoni e ospitando amici di grande classe, come John Agnello (Sonic Youth, Mark Lanegan), John Parish (PJ Harvey, Afterhours), Dario Caglioni (Yes, Fabrizio De Andrè), Tommaso Colliva (Muse, Franz Ferdinand), Marco Vignuzzi (Ivan Graziani, Massimo Bubola) ed Alessandro Gioia (Davide Vandesfroos, Rosemary's Baby). Una sfilata di nomi importanti e progressivi, che rendono le canzoni dei Perlè veritiere e curate. “Rosa” contiene chitarre lancinanti che feriscono il suono languido del brano. “Roberto Roberto” alleggerisce il clima musicale mentre in “Fuoco spento” fa capolino pure il synth, in una song che richiama alla mente i Red Hot Chili Peppers. Il viaggio dei Perlè (ma si potrebbe dire tranquillamente di Gianluigi Scamperle) attraversa anche i Litfiba, con il cantante che gigioneggia come il Pelù dei tempi d’oro. Riferimenti sparsi, potremmo aggiungerci anche Afterhours e Le Vibrazioni dell’ultima fase. Ma sono solo rimandi, perché tra le doti dei Perlè c’è sicuramente la personalità e una propria precisa identità. Che sta a metà strada tra la rabbia e lo sconforto e la dolcezza e la speranza. Una dualità che pare incontrarsi e fondersi nella miscellanea tra sferzate elettriche e massicce dosi di batteria e rientri delicati di piano o talvolta di viola e violino. È un album che guarda dentro, scavando nell’anima oscura, con brani come “Bete noire”, canzone che sprofonda tra l’hammond e il carillon di John Parish e la voce morbida di Scamperle. Sul finire del cd troviamo anche una versione di un capolavoro di Lou Reed, “Caroline says”, contenuta nel drammatico “Berlin”, disco epocale del grande mantra newyorkese. Il disco è uscito in tutti i negozi il 21 Settembre 2009, su etichetta La Rosa/Distribuzione Venus, ed è inoltre disponibile sulle principali piattaforme digitali.
01. Pesca d’Aprile
02. Rosa
03. Roberto Roberto
04. Fuoco spento
05. Scivola
06. Bete noire intro
07. Bete Noire
08. Veleno
09. Un’onda dipinta di blu
10. La vita che va
11. Inevitabile follia
12. Caroline says
13. Al di là delle nuvole
Gianluigi Scamparle: voce, chitarra elettrica Lucia Campanari: voce, violino Diego Spezie: chitarra elettrica Andrea Sarasini: chitarra elettrica ed acustica Marco Vignuzzi: chitarra elettrica 12 corde, chitarra baritono, autoharp Raffaele Conati: pianoforte Luca Ottoboni: basso Gianni Brunelli: batteria