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Brunori Sas

Il cammino di Santiago in Taxi

Una leggera ironia di chi sembra camminare sulle cose in punta di piedi, con la testa per aria e lo sguardo rivolto verso un orizzonte non ben definito. Eppure è proprio quell’ironia e quel suo essere piacevolmente naïf a dare a (Dario) Brunori, e a quella sua voce un po’ strascicata, la capacità di andare in fondo alle emozioni quotidiane. Sa raccontarle attraverso la leggerezza  di chi sta seduto al bar con gli amici ma con le parole di chi, seduto a quel tavolino, dagli altri si distingue sempre: per lo sguardo sognante, qualche immagine poetica buttata là, un paio di belle rime. Insomma, quello che tutti gli altri stanno ad ascoltare.
Il cammino di Santiago in Taxi, uscito lo scorso 4 febbraio, è un album così, dove le emozioni del quotidiano sono cantate con ironia, leggerezza, sguardo profondo, e un po’ di poesia. Un disco pieno di sentimenti, incastrati qua e là nelle undici storie che Brunori ci racconta, con il futuro che è già qualcosa di reale, e il passato, ricordato attraverso la lente della nostalgia, che non se n’è mai andato.

 

Musicalmente più vario del precedente Poveri cristi, la linea narrativa utilizzata però non cambia; ed essere uguali a se stessi non è affatto un male quando si è trovata una dimensione propria e dei confini nei quali ci si muove agevolmente, e che “funzionano” all’esterno.
Si alternano perciò passato e futuro, in un continuum di situazioni ed immagini. Passato, radici e ricordi come in Maddalena e Madonna, gli anni dell’università e dei viaggi in treno verso il Nord dei tanti fuorisede, gli anni di un amore che “cambiava il sapore del vino”. E un futuro che è già una realtà da cui scappare come in La vigilia di Natale, una vita consueta, e la malinconia delle feste che ne rompe gli argini e mostra la tristezza della sua quotidianità, con il pensiero che corre a “una notte di vent’anni fa”, dove tutto poteva ancora esistere. Un mood alla Canzone per l’estate (Volume 8, De Andrè-De Gregori del ‘75).
In questo alternarsi tra ieri e domani che è già oggi, si intrecciano brani in cui l’Io rivolge lo sguardo verso l’esterno come in Mambo reazionario, dove si ridicolizza il personaggio del finto rivoluzionario di sinistra, che alla fine si è sposato in chiesa e si “è piegato alle logiche del mercato, il televisore al plasma e il divano cammellato” o come in Pornoromanzo, dove si addolcisce lo squallore di una delle tante storie di cronaca italiane, aggiungendo amore dove non era previsto, come in un bel romanzo; ma ci sono anche brani dove l’Io narrante è totalmente concentrato su se stesso, si osserva e si specchia. Potremmo definirli i brani più “esistenziali”, come l’apertura del disco Arrivederci tristezza, il primo singolo Kurt Cobain, e la chiusura affidata a Sol come sono sol con l’omaggio, per nulla celato, a De Gregori e alla sposa di Alice, che qui “è impazzita, è fuggita, e lui si ucciderà”.

Altro omaggio, questo forse meno cercato, ne Il santo morto, il brano dell’album più vicino alle atmosfere care a Rino Gaetano. Perché Brunori ne è consapevole e quando si scrive di lui viene proprio difficile non richiamare alla memoria il grande cantautore scomparso nel 1981 (calabrese come Brunori), per suoni e attitudine canora. In questo brano c’è tutta l’ironia, il Sud e le sue storie con sonorità alla Nuntereggaepiù, anche se qui su una strada più rock-elettronica.
Brunori attinge a piene mani al mondo della canzone d’autore migliore, la mescola, ne richiama i profumi e i colori, ci si immerge e quando ne viene fuori lo fa sempre con brani che sono profondamente suoi, per l’uso così personale della voce, del cantato, di come costruisce le rime. La sua forza, infatti, crediamo sia quella di aver saputo tener insieme un (ampio) pubblico orfano di cantautori storici di peso, oggettivamente difficili di rimpiazzare, con un (crescente) nuovo pubblico che è stanco di intendere il "nuovo" solo come rifiuto del predecende cantautorato. E i fatti gli stanno dando ragione e per capirlo basta assistere ad uno dei suoi concerti dove il range di età è davvero notevole, cosa decisamente poco usuale tra i "nuovi" cantautori (qui sotto uno scatto del concerto tenutosi al Flog di Firenze l'8 marzo scorso).
Questo ‘volume 3’ ha le gambe immerse in quell’universo musicale, ci cammina dentro, ma la testa e lo sguardo sono radicati nell’oggi, e sembrano guardare lontano. Anzi, ne siamo certi, arriveranno ancora più lontano.

 

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In dettaglio

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Picicca Dischi/Sony Music

Elenco delle tracce

01. Arrivederci tristezza

02. Mambo reazionario

03. Kurt Cobain

04. La quattro volte

05. Il santo morto

05. Il manto corto

07. Maddalena e Madonna

08. Nessuno

09. Pornoromanzo

10. La vigilia di Natale

11. Sol come sono sol

 

Brani migliori

  1. Maddalena e Madonna
  2. Pornoromanzo
  3. Sol come sono sol