Non è indie rock. Non è pop rock. Il progetto esordio di Simonetta Spiri, Il mio momento, è un riverbero acerbo. La giovane cantante sarda, classe ’84, dopo aver iniziato la sua carriera tra piano bar ed eventi musicali, dopo essersi classificata al primo posto nella selezione  nazionale “Una voce per Sanremo 2005” ed aver partecipato alla settima edizione di Amici, era attesa al debutto discografico. L’album, anticipato dal singolo omonimo Il mio momento, presenta una tracklist formata da otto pezzi scritti in collaborazione con Luigi Marielli dei Tazenda, il cui impatto produttivo è poco evidente. Amore come tematica centrale per il singolo esordio che come sonorità ricorda il pezzo di Carta, La forza mia: confuso e piuttosto ripetitivo, il teso non presenta spunti rilevanti. È questo il neo più grosso di un album che cerca di affrontare temi vari, come l’abuso degli alcolici o dello sballo, nella traccia Kyra Vola (in versione anche acustica in coda alla tracklist), simile al brano già proposto da Elecktra, I ragazzi della notte, con risultati ben diversi.

L’amore come lascito e malinconia anche nell’alba di un ricordo lega Ti sento ancora qui, Scusa se e Maledettamente sola: «Scusa se non ho più sogni per te/ Evidentemente ancora lui c’è». In mezzo, Passa anche l’estate: un giro di parole sul cliché abusato del falò in spiaggia: «Seduti attorno a un falò/ Corde che suonano in do/ Sulla sabbia a stringere/ Dolci abbracci e coccole». Distante da una maturità artistica accettabile, Simonetta Spiri manca di accuratezza e originalità, evidente anche nel suo profilo myspace, dove, parlando dei suoi miti musicali, scrive: «maturando la mia passione ho rivolto la mia attenzione, studiando e ascoltando diverse star internazionali, come: "Celine Dion,Whitney Houston, Anastacia e Bruce Sprinsting». Consiglio per la Spiri: ascoltare Bruce Springsteen.