Delirium i.p.g.
Esce oggi, dopo più di trent’anni dalla loro nascita, l’album che, probabilmente, avrebbe permesso ai Delirium di ottenere una maggiore considerazione come esponenti di spicco nell’ambito del progressive italiano, piuttosto che come realizzatori di un paio di hit di notevole successo, o di due album di indubbio valore che non vennero adeguatamente valutati all’epoca.
Ma si sa, questo ambito musicale è il regno dei grandi ritardi, degli incroci sfiorati, delle occasioni mancate ma anche, fortunatamente, delle seconde o terze possibilità; inoltre i fan hanno una memoria elefantiaca, un gusto quasi archeologico per la riscoperta, non dimenticano gli artisti e, con una fiducia inopinata, li “aspettano”, sperando sempre che i discorsi interrotti anni fa possano riprendere, che i fili si riannodino che il tempo sia, come si suol dire, galantuomo.
Il Nome del Vento è, ma non poteva essere diversamente, un lavoro denso, corposo, maturo, un disco suonato per e con il gusto di suonare, di mettere sul tavolo tutti gli elementi del proprio bagaglio musicale, quasi a voler dimostrare a se stessi, prima di tutto, che tutto ciò che “frullava” in testa si poteva e si doveva fare... questione di tempi.
Nelle undici tracce contenute si trovano passaggi jazzati, stacchi hard, aperture sinfoniche, passaggi acustici, riferimenti classici, insomma si, tutto ciò che un appassionato vorrebbe trovare e, perchè no, tutto ciò che un musicista vorrebbe suonare; se si può parlare di valore “didattico”, con riferimento ad un album rock, ebbene in questo caso i Delirium, quanto consapevolmente non si può sapere, hanno fuso armonicamente diversi generi, diversi stili, realizzando una sorta di “compendio” che, peraltro, non suona assolutamente nè pesante, nè stucchevole.
Anzi, la linearità e la fluidità che riescono ad esprimere risulta così naturale da rinnovare, come approccio, la nozione di concept album, basato non più tanto sui testi dei brani, quanto sullo sviluppo musicale; e l’idea pare davvero interessante...
01. Intro (Dio del silenzio reprise)
02. Il nome del vento
03. Verso il naufragio (Incl. Theme One)
04. L’acquario delle stelle
05. Luci lontane
06. Profeta senza profezia
07. Ogni storia
08. Note di tempesta
09. Dopo il vento
10. Cuore sacro
11. L’aurora boreale
12. L’acquario delle stelle (Bonus video)
Ettore Vigo: piano, organo Hammond, Moog, Fender Rhodes, Mellotron Pino Di Santo: batteria, percussioni, voce Martin Fredrick Grice: flauti, sax baritono, tenore e contralto, tastiere Roberto Solinas: chitarre, voce solista Fabio Chighini: bass Mimmo Di Martino: voce Mauro la Luce: soggetto e liriche Chiara (Chiarilla) Giacobbe: violino Diana Tizzani: violino Simona Merlano: viola Daniela (Helmy) Caschetto: violoncello Sophya Baccini: cori Stefano “Lupo” Galifi: voce Valentino Vera: pianto