Matilde Davoli
In campo electro l'Italia sta ormai sfornando una serie di novità interessantissime e perfettamente in grado di giocarsela col panorama internazionale. Tra le tante proposte di qualità dell'anno che si avvia alla conclusione, spicca quella di Matilde Davoli, pugliese di origine ma inglesissima ormai, anche nelle sonorità, che ricordano da vicino quelle di gruppi come Stereolab e Lamb, ma con una cifra stilistica tutta propria. Che prende le mosse in primis dalla sua vocalità, calda ed eterea, dolce e carismatica al tempo stesso, grazie anche al registro perfettamente a suo agio anche sulle note più basse.
Poi, il suono: modernissimo e al contempo memore della lezione degli anni Ottanta e del trip hop di qualche anno più tardi, con i suoi echi e i riverberi incrociati tra la voce e gli strumenti, e la ritmica impastata in un amalgama di tastiere e synth. Con un occhio alla psichedelia di Flaming Lips e Spacemen 3 e una vena pop che emerge in praticamente tutti i brani: da Realize, con il suo ostinato riff di chitarra e il coro nevoso del ritornello, a Tell me what you see, che occhieggia al folk partendo da una base di chitarra acustica, facendo venire in mente i Kings of Convenience remixati dai Royksopp. O le atmosfere sature di Salvation e della title-track, stile videogioco ma al livello finale, e i viaggi a gravità zero di Ending e Morning, o ancora l'incalzante beat di Dust. Insomma, non c'è uno di questi pezzi che non sia una gioia assoluta per l'ascoltatore, sia egli appassionato del genere o totalmente digiuno. Un debutto ammaliante, magnifico, che per scrive non può che entrare nella ristrettissima cerchia dei migliori album italiani del 2015. E forse anche degli ultimi anni.
01. #1
02. Realize
03. Tell Me What You See
04. Dust
05. I'm Calling You From My Dreams
06. Going Down
07. Summer Ending
08. Still Rolling
09. Salvation
10. Morning