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Enrico Maria Milanesi

In Myself

Non è facile recensire un disco completamente strumentale, specialmente per chi come me è abituata a dare molto peso alle parole, non solo come ascoltatrice ma soprattutto in qualità di cantautrice. Credo che non ci sia modo migliore per riassumere questo tipo di lavoro che quello di prendere in prestito la nota frase tratta da Il Piccolo Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Già, perché per cogliere il cuore delle cose bisogna innanzitutto togliersi di dosso qualsiasi velo, di qualunque natura esso sia (in primis il pregiudizio…), che ci impedisce di vedere, ed in questo caso anche ascoltare, la loro vera essenza. Chiudendo gli occhi (sia fisici sia mentali) e lasciandoci trasportare solo dalla musica, scopriremo poi che le parole in realtà ci sono: quelle dettate esclusivamente dalle emozioni e dalle immagini che il suono suscita in noi. Non per forza deve essere sempre tutto scritto, tutto detto o tutto evidente. Ed è proprio questo il messaggio che lo stesso chitarrista pordenonese Enrico Maria Milanesi sembra suggerirci nella copertina del suo nuovo disco In Myself uscito nel mese di maggio scorso: girato di tre quarti e con le mani una in tasca e l’altra dietro la schiena, sorride alla sua ombra che lo proietta invece con la sua inseparabile chitarra tra le mani.

Missato e masterizzato a Los Angeles e pubblicato a distanza di quattro anni dal suo primo lavoro solista Hanami, il nuovo progetto di Enrico contiene undici tracce, di cui sei suoi inediti e cinque cover, o meglio dire, reinterpretazioni di brani di autori di fama internazionale. Protagonista indiscussa di ogni brano è la chitarra (acustica e classica fretless) che, ad eccezione di due tracce, è anche il solo strumento presente nel disco.

Il CD si apre con un brano dal ritmo incalzante e dalle sonorità tipicamente “fingerpicking”, Ragtime in Cuba, che ci riporta alla mente “The ecstasy of gold” di Morricone, già presente, tra l’altro, come cover nel disco precedente del chitarrista. È incredibile come un unico strumento possa farci sentire così tante sfumature di suono, quasi sostituendosi ad altri strumenti che non ci sono ma che il nostro orecchio sembra comunque riconoscere. E’ il caso di Tig Cóilí che nelle sue atmosfere marcatamente irlandesi ci porta immediatamente a pensare e a percepire le melodie dei violini e delle cornamuse tipiche della musica tradizionale dell’Irlanda. Se chiudiamo gli occhi ci ritroviamo davvero all’interno dello storico pub di Galway, tra la folla in festa che balla mentre qualche turista si fa strada a fatica tra il pubblico con qualche birra in mano.

Con Dans l’Esprit du Compositeur (composto da Enrico assieme a J. Scordato) proseguiamo il nostro viaggio musicale ed emotivo addentrandoci in un altro spazio geografico, molto più intimo e più complesso: la mente del compositore, dove tutto è in fermento e tutto si muove. I suoni elettronici si inseriscono tra quelli della chitarra come tante particelle impazzite che si muovono in tutte le direzioni senza un preciso ordine. Sembra quasi di essere in stazione tra la confusione di tante persone che parlano una sopra l’altra e camminano in modo disordinato in attesa di un treno, ma non appena arriva il mezzo vi salgono sopra, si prendono il proprio posto e l’ordine viene ristabilito. Dopo tanta agitazione il turbinio impazzito delle tante particelle si placa, come se si fosse raggiunta un’intesa, come se si fosse trovato un elemento di accordo, come se fosse, appunto, arrivato il treno su cui salire: la musica. Molto probabilmente è proprio questo il momento in cui nella mente dell’artista sta nascendo una nuova composizione. Il brano successivo, che porta anch’esso un titolo in francese, Le Petit Sorcier (Il piccolo stregone), con le sue dinamiche molto ampie, con il suo gioco continuo di piani e di forti, di pause e riprese, e con il suo pathos in crescendo come un’esplosione finale di colori e di magie, ci riporta subito alla mente “L’apprendista stregone” del classico film della Disney. 

Seguono tre cover di brani di fama internazionale, due degli anni ’60 ed uno invece più recente: I Want you Back dei fratelli Jackson, My Favourite Things dal celebre musical “The Sound of Music” (Tutti insieme appassionatamente) e la spensierata Thinking Out Loud di E. Sheeran. Ancora una volta l’unico strumento presente è la chitarra che, però, nella sua energia è come se racchiudesse una band intera. Se finora ad emergere maggiormente è stata molto probabilmente la capacità creativa di Enrico, l’inedito Fretless Gipsy (dove il suono della chitarra acustica si inserisce come un pad di sottofondo a quello della chitarra classica fretless) ci introduce invece nella fase del disco che meglio evidenzia tutta la capacità tecnica del chitarrista. Non passa inosservata La Catedral di A. Barrios, composizione musicale per chitarra strutturata in forma di suite in tre movimenti (Enrico ne ripropone il terzo, Allegro Solemne), un pezzo fra i più proposti nel repertorio e nelle discografie dei maggiori interpreti al mondo. Ma una menzione d’onore va sicuramente assegnata al brano successivo, Metronome Man, composto dallo stesso chitarrista che in soli tre minuti è riuscito a racchiudere e a riassumere tutte le molteplici esperienze, influenze e collaborazioni che lo hanno accompagnato nel corso degli anni. Sonorità tipicamente fingerpicking si alternano a passaggi che spaziano dal flamenco, al jazz, al pop fino ad arrivare al rock’n’roll degli anni 50, il tutto avvolto da un vigore coinvolgente che tiene viva l’attenzione e la curiosità dell’ascoltatore fino alla fine del pezzo. Chiude il disco un altro classico, Tristorosa di H. Villa-Lobos, un valzer dal colore sentimentale originalmente composto per pianoforte.

In conclusione, In Myself è un album ricco di suoni, emozioni, colori ed immagini; un album in cui la musica non è solo suonata ma anche e soprattutto sentita e respirata; un progetto consigliato a tutti, non solo esclusivamente ai musicisti o agli amanti della chitarra.  

Foto di Pietro Rizzato

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enrico Maria Milanesi
  • Anno: 2018
  • Durata: 45:00
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Ragtime in Cuba
02. Tig Cóilí
03. Dans l’Esprit du Compositeur
04. Le Petit Sorcier
05. I Want you Back
06. My Favourite Things
07. Thinking Out Loud
08. Fretless Gipsy
09. La Catedral- Allegro Solemne
10. Metronome Man
11. Tristorosa

Brani migliori

  1. Dans l’Esprit du Compositeur
  2. Metronome Man

Musicisti

Enrico Maria Milanesi: chitarra acustica, chitarra classica fretless   -  Julian Scordato: progettazione elettronica e sonora in “Dans l’Esprit du Compositeur”  -  Massimo Guaccio: percussioni in “Tig Cóilí”