Abruzzese d’origine, romano d’adozione, con un
bagaglio di sonorità non convenzionali,
Patrizio
Maria, cantautore, affida al suo primo lavoro, “
India londinese”, le sue carte artistiche, che, gli auguriamo,
possano arridergli al meglio delle sue migliori possibilità. Undici i brani di
quest’album che, a differenza di altri, non stanca anche dopo svariati ascolti
(un piccolo suggerimento: ascoltare con attenzione la linea del basso presente
in
La scarpa, per comprendere la
finezza compositiva di Patrizio Maria) e che si compone di vari quadri che, pur
nella difformità delle storie raccontate, ha una sorta di leit motiv musicale
che si affaccia in quasi tutti i brani. Un leit motiv fatto di suoni morbidi
che anche in un brano truce come
Killer
riesce ad essere parte importante, e non dissonante, della cifra musicale
complessiva di questo lavoro che inserisce anche un esperimento sonoro (
679 Indie Motel) e sonorità stile
vaudeville come avviene in
India londinese e country rock come è possibile ascoltare in
Le ossa del maiale (titolo certamente inusuale ed
originale…)
. Varie sono le sonorità che emergono da questo interessante
“India londinese” ma vogliamo
immaginare che Patrizio Maria potrà (e dovrà) dopo questo inizio dal titolo
esotico, trovare la quadratura al suo percorso artistico al fine di fare
emergere la parte più definita del proprio percorso artistico al fine di non
rimanere “invischiato” in varie possibilità artistiche scegliendo quella
maggiormente più consona alle proprie sensibilità liriche e, soprattutto,
sonore.
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