A tre anni di distanza da “Essere Romantico”,
Il Nucleo torna con il suo terzo album in studio, il primo per la casa discografica Riservarossa, dal titolo vagamente calviniano
Io prendo casa sopra un ramo al vento. Il gruppo emiliano, oggi nel giro di Ligabue (il produttore Luca Pernici è lo stesso di “Nome e Cognome”), è composto da Andrea Zanichelli, vera anima della band e autore della maggior parte delle canzoni, Marcello Presi, Mauro Buratti e Luca Canei. Potremmo definire "Io prendo casa sopra un ramo al vento" uno
speedy-cd, dato che si tratta di soli trentatre minuti di pop/rock miscelati con suoni sintetizzati. Ascoltando il disco si notano alcuni dei riferimenti artistici del gruppo: c’è un pizzico di Keane in
Cambiano le cose, un richiamo alle chitarre dei Bloc Party in
La mia buona stella e poi quanto basta dei Travis nel secondo singolo
Vorrei un motivo e anche in
Non smetterò di cercarti e
La mia occasione.
In generale "Io prendo casa sopra un ramo al vento" è un lavoro grintoso, mood già percepibile nella prima traccia
CheCosaConta, un brano aggressivo fin dal testo («quante volte ho chiesto a Dio, quante volte ho fatto io») ma è un disco che si concede anche momenti accattivanti e melodici come nel primo singolo
Cambiano le cose. I brani più interessanti però sono la title-track e
La mia buona stella, che emergono sugli altri per l’originalità degli arrangiamenti. Il primo è un pezzo sarcastico («e se qualcuno ci disturba la sera, se ancora il traffico è come un fiume in piena…prendiamo un taxi e fuggiamo in Africa») e a suo modo divertente, anche dal punto di vista musicale grazie al riff sintetizzato che ne accompagna la strofa; mentre il secondo è il meno italiano dei brani dell’album e visto il tiro che possiede ce lo ritroveremmo tra i brani di qualche radio che trasmette il miglior rock contemporaneo se solo fosse cantato in inglese.
Unico neo di tutto il lavoro i testi di Andrea Zanichelli che, a partire dal titolo, tentano di trovare una certa ricercatezza lirica che purtroppo si smarrisce via via nelle singole canzoni. Ma d’altra parte la vena poetica è anche questione di ispirazione e su questo aspetto Il Nucleo potrà comunque ancora migliorare. Con una base musicale così buona la meta è vicina.
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