Irene Fornaciari
È oramai consacrata aldilà del cognome scomodo, se oggi si parla della sua prima raccolta.
Irene Fornaciari riesce a portare con sé un bagaglio pesante ma scorrevole su ruote musicali che scivolano tra il blues che è cresciuto in lei e l’ha fatta crescere e la voglia di dimostrare le sue indubbie qualità vocali.
Il disco raccoglie il meglio dei suoi primi due lavori, "Vertigini in fiore" e "Vintage baby", ed è semplicemente intitolato con il suo nome, come richiede la tradizione importante di chi vuole sottolineare che si parla della propria produzione musicale, anche se giovane e disinvolta.
Una maggiore sicurezza in sé è sicuramente il frutto della bella esperienza sanremese che l’ha vista sul palcoscenico della città dei fiori insieme a Beppe Carletti e ai suoi Nomadi.
Il brano presentato al festival “Il mondo piange”è presente in ben due versioni, una insieme ai Nomadi appunto e l’altra in assolo.
C’è da dire che il brano è, insieme a “Messin’ with my head”, l’unico inedito del disco, mentre gli altri brani sono presi in misura maggiore dal secondo lavoro dell’artista a rappresentare il suo cibo da ragazza, quegli stessi brani che respirano dei suoi ascolti in famiglia, da Tina Turner, Aretha Franklin a Janis Joplin ed echeggiano di soul, blues e R&R.
La scelta di estrapolare maggiormente brani dal suo secondo lavoro è la dimostrazione di volersi allontanare dal cognome scomodo, infatti in quel disco quasi tutti i brani erano di sua composizione, a differenza del primo in cui la firma del “babbo” compariva spesso. Certo il marchio vocale e ritmico di famiglia è indiscutibile.
È stato proprio in quell’album che Irene ha evidenziato grande carica e personalità interpretativa e vocale.
Lo stesso omaggio sottolineato in “Vintage” agli anni ’60 e ’70 sembra risuonare anche nella scelta di essere accompagnata da un gruppo che è emerso proprio in quegli anni, quei Nomadi che le hanno regalato una pienezza musicale nel brano “Il mondo piange”.
Con questo singolo ha saputo convincere anche coloro che ancora la etichettavano come la “figlia di ...”, evidenziando una notevole stoffa artistica.
Nella cesta delle canzoni sono raccolte le sue interpretazioni blues più riuscite: “Spiove il sole” e “Il sole dentro”, ma anche quella “Una carezza” che il babbo ha fatto sua pur essendo stata incisa da lei qualche anno prima.
Non stonano nell’insieme nemmeno “Ora che non vivo”, che è stata inserita nella colonna sonora dell'ultimo film di Moccia e la piacevole “No more amor” scritta con la collaborazione di Fabri Fibra.
I brani sono stati solamente rimasterizzati e non c’è stato nessun intervento sugli arrangiamenti.
Per chi ha accolto in maniera scettica i precedenti lavori dell’artista di Pietrasanta questa è una buona occasione per scoprirla e apprezzarla, lontano da inutili considerazioni familiari che rischiano di portare l’orecchio lontano dalla giusto valore della ragazza, che deve sì crescere, ma avendone tutte le qualità.
www.myspace.com/irenefornaciari
01. Il mondo piange
02. Messin’ with my head
03. Spiove il sole
04. Ora che non vivo
05. No more amor
06. Un sole dentro
07. Una carezza
08. Mastichi aria
09. Dolce luna
10. Con la primavera nelle mani
11. Il diavolo è illuso
12. Il mondo piange
Ospiti: Nomadi in “Il mondo piange”