'A 67
Jastemma è un disco d’amore, declinato nella maniera più riconoscibile possibile per una band che non la manda a dire (e mai lo ha fatto). Gli ‘A67, con la terra negli occhi e un vento di scirocco tra i capelli, cantano tirando fuori dalla pancia un lavoro che ti arriva in faccia, in mezzo agli occhi, a partire dalla bellissima copertina a cura di Mimmo Palladino. Un disegno che dai colori alla grafica anticipa il dolore che questo viaggio vero e proprio, in carta, note e parole, offre a chi ha voglia e coraggio di abbracciare.
Ogni traccia esplora nella lingua madre, il napoletano, con le capacità espressive di un dialetto sulfureo, diretto, ma altrettanto dolcissimo, e quindi potente, la vita, l’amore, che nella title track diventa ‘Jastemma’, bestemmia, tormento e jattura, condanna e paradiso senza porte. La stessa Jastemma, poche tracce dopo riprende il cammino, nella versione 2, rallentando il passo e riducendo il fiato. Il linguaggio musicale è una sorta di pastiche che si muove sicuro tra generi e mantiene dritta la barra di un obiettivo chiaro: dire senza infingimenti, arrivare al cuore, senza mettere ostacoli, indagare universi, profondità, scarnificare il vero. Daniele Sanzone e la sua band ambientano questa materia pulsante nelle periferie da cui tutta la loro scena umana e musicale proviene e lanciano messaggi di ribellione per cercare un sole che “scarfa”, che riscaldi, tenendo bene in mente quanto alla fine la vera redenzione passa, appunto, dall’amore. Ammore mì apre, portando il vessillo, Tutto finisce chiude il cerchio, ma non il disco, con una verità disarmante “ca ‘o cchiù grande ammore si nun ‘o guarda se ne more”.
Ma non finisce qui. Jastemma si duplica, a catapulta, in un progetto nel progetto: ogni traccia, affidata alle penne di quindici scrittori, diventa un racconto che trae spunto da parole e musica. Il risultato è una differente maniera di leggere, affine o meno affine al testo della canzone originale, quindi doppiamente interessante, che, sviluppata in prosa, regala altri occhi, altra carne e altre righe al canto d’amore. Ogni occhio legge quello che sa, quel che per sé ha un senso in base al proprio vissuto o a suggestioni altre. Un esperimento di senso che apre il mantice del progetto davvero coraggiosamente. Un disco e un libercolo che fanno la differenza per cura, cazzimma e poesia. Dieci e lode.
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01. Ammore mì
02. Sape ‘e niente
03. Jastemma
04. Sempe cu’ tte
05. Je nun vengo
06. Comme ‘na droga
07. Senza sunnà
08. Tutto finisce
09. Jastemma 2
10. SS 162