Kabìla
«Questa è la storia di Sun, un ragazzo nato e vissuto in Europa che aveva bisogno di una nuova strada per ritrovarsi, per non perdersi… il richiamo dell’Africa era più di una voce, era una mano da stringere». Si apre così il booklet de La città degli alberi, primo cd dei Kabìla, gruppo che sposa la musica italiana con quella africana in quasi un’ora di canzoni dove sono i temi del rispetto, dell’amore per la musica e per la propria terra a farla da padroni. Sicuramente il pezzo più importante del disco è Concerto d’Africa, traccia che ha il merito di avere dato il là a questo gruppo, che più che una band somiglia tanto ad una tribù. E difatti il termine Kabìla in arabo significa proprio tribù, una tribù che rappresenta l’intera umanità nei suoi mille colori, lingue e culture. “La città degli alberi” rappresenta invece la società primordiale, in cui uomo e natura si incontrano e convivono. Un cd dove chitarre elettriche ed acustiche, pianoforte, batteria, percussioni si mescolano perfettamente a strumenti come l’oud e il saz, dove la lingua italiana si sposa con l’arabo, il francese e il krio, lingua parlata in Sierra Leone che caratterizza Un futuro che nasce a sud, brano in grado di trasportare l’ascoltatore in un’Africa ricca di cultura e di suoni che riempiono l’anima – mentre sono due le tracce in cui la tradizione musicale italiana prevale su quella africana: la delicata e quasi struggente Notte in Sierra Leone e La città degli alberi. Nel complesso il connubio Italia-Africa è ben riuscito e rende “La città degli alberi” un’ottima opportunità per tutti coloro che amano viaggiare non solo fisicamente ma anche musicalmente.
01. La città degli alberi
02. Concerto d’Africa
03. L’oasi del tempo
04. Il mare di metallo
05. Notte in Sierra Leone
06. La forbice del Nilo
07. Al centro del villaggio tribale
08. I passi nel viaggio
09. Canto di sirena
10. Ricordi d’Africa
11. Un futuro che nasce a sud
Mirko P. Esse:
voce solista, piano, tastiere, cori
Emad Shuman: voce
solista, cori
Marco Patrussi:
batteria, percussioni, cori
Cristiano Rossi:
chitarre elettriche, acustiche, classiche e saz
Muauia Alabdulmagid:
‘oud
Massimo Giuntini:
basso, bouzouki, loops, uilleann pipes, low, tin whistles, bombarda, tastiere e
chitarra acustica
Vieri Bugli:
violino
Francesco Moneti:
chitarre elettriche
Massimiliano
Fabianelli: fisarmonica
Tall Abdoulaye:
percussioni, voce
Stefano Patrussi:
cori