ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Vegetable G

La filastrocca dei nove pianeti

Una volta mi è capitato per caso di beccare un noto conduttore radiofonico (e televisivo) sulle frequenze di una celebre emittente radiofonica nazionale mentre chiedeva al duo Il Genio come mai non rappresentasse la Puglia «pizzica, reggae e canne» (sic!). Ebbene, la risposta che potremmo fornire all’insipiente quesito è che ovviamente la Puglia in musica è anche molto altro, come ha dimostrato la variegata, pregevolissima compilation di Puglia Sounds. E così è terra madre anche dell’indie-pop sognante dei monopolitani Vegetable G, materiato di synths perlescenti e siderali, struggenti stelle space-rock che nel nuovo Ep della band sono trapuntate in un cielo di viole e violini dalla grazia stilizzata e perentoriamente sontuosa (un po’ a là Max Gazzè di Una musica può fare anche nei bassi), o scintillano rade su note di pianoforte profonde e dolorose con delicata lievità (v. la cover di Le cose che pensano, firmata Battisti-Panella, come è evidente nelle rime funamboliche del testo, tratta dall’album Don Giovanni, ed arrangiata qui come poesia luminescente e fiaba di nostalgia dolceamara).

Per la prima volta il quartetto si cimenta con versi in italiano, che lasciano scaturire a soffi vibranti stati d’animo eterei come impressioni intime da scatole cinesi di metafore eleganti, con metriche, densità immaginifica e melodie vocali che ricordano a volte il Battiato più synth-pop e l’ (involontariamente) abbattiato, già citato Gazzè (v. la title-track, cosmologia onirica ed estrosa dalla ritmica briosa e contagiosa, a cui i fiati arrangiati da Enrico Gabrielli donano un respiro potente).

Ne I nostri impulsi terrestri si vira verso un electro-pop che sugge il segreto delle hit a cavallo tra 80’s e 90’s e si nutre di chitarre quasi alt-rock, ma soprattutto in questo Ep si ricercano suoni che questa volta possiedono un maggiore calore analogico, poetico, di quella lievità malinconica e trasognata tipica della band, ma allo stesso tempo avvolgente come il miglior pop d’autore.

L’anticipazione del quinto album della band (L’almanacco terrestre, in uscita a settembre) ci fa pregustare già nuovi cosmi “vegetali” di testi intimisti in italiano e suoni accurati. Sempre più maturi ed originali.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 14:54
  • Etichetta: Ala Bianca/Warner/via Kiver

Elenco delle tracce

1.La filastrocca dei nove pianeti

2.La fine di Meteora

3.Le cose che pensano

4.I nostri impulsi terrestri

Brani migliori

  1. La filastrocca dei nove pianeti
  2. I nostri impulsi terrestri

Musicisti

Giorgio Spada: voce, pianoforte, Farfisa, tastiere, sintetizzatori, drum machine, testi, arrangiamenti per viola e violino, misaggio, registrazioni Luciano D’Arienzo: chitarra elettrica, basso elettrico, chitarre classica e acustica Michele Stama: basso elettrico Maurizio Indolfi: batteria, percussioni, basso elettrico, cori, missaggio   Leo Gadaleta: viola, violino Enrico Gabrielli: arrangiamenti per fiati Donato Console: flauto Andrea Campanella:clarinetto Giorgio Distante: tromba Michele Marzella:trombone